La contessina, Venezia, Fenzo, 1743

Vignetta Frontespizio
 SCENA ULTIMA
 
 PANCRAZIO ne’ suoi abiti, poi GAZZETTA e detti
 
 Pancrazio
750Padroni, vi son schiavo.
 il Conte
                                              Olà, che vuoi?
 Che fai qui, come entrasti? Olà Gazzetta.
 Gazzetta
 Lustrissimo.
 il Conte
                          Intendesti
 gli ordini miei? Pancrazio come entrò?
 Gazzetta
 Come ch’el sia vegnuo mi no lo so.
 la Contessina
755Su cacciatelo via.
 Pancrazio
                                  Come! Non puote
 il padre esser presente
 ai sponsali del figlio?
 Non si tratta così. Mi meraviglio.
 Lindoro
 (Ora sì viene il buono).
 il Conte
                                             Il poveruomo
760ha perduto il cervello.
 Pancrazio
 Pazzo non son.
 il Conte
                              Dov’è tuo figlio?
 Pancrazio
                                                              È quello.
 il Conte
 Lindoro?
 Pancrazio
                    Sì.
 il Conte
                            Va’ via. Come facesti
 misero ad impazzir? Codesto è figlio
 del nobile marchese Cavromano
765che venne in casa mia sin da Milano.
 Fa’ che venga, Gazzetta, e sia presente
 al sublime imeneo.
 Tu sarai testimonio. (A Pancrazio)
 la Contessina
                                         Un vil plebeo?
 Conte padre, non voglio,
770cacciatelo di qua.
 Lindoro
                                  (Cresce l’imbroglio).
 Gazzetta
 Ho cercà e recercà per tutti i busi,
 no se trova el marchese.
 E solo s’ha trovà sul taolin
 l’abito ch’el portava e ’l perucchin.
 il Conte
775Che imbroglio è questo mai?
 Pancrazio
                                                       Tutto saprete.
 Son io quel gran marchese
 che con enormi spese
 venendo da Milan per valli e monti
 spianò campagne e fabbricò dei ponti.
 la Contessina
780Stelle!
 il Conte
               Come! Lindoro.
 Lindoro
                                              A’ vostri piedi
 signor, eccovi un reo.
 Pancrazio
 Levati su di là, vile, plebeo,
 non conosci, non vedi
 che non sei degno di bacciargli i piedi.
785Troppo la nobiltà del conte offende
 un uomo mercenario
 che d’aver la sua figlia e spera e prega.
 Vanne figlio plebeo, vanne a bottega.
 il Conte
 Son confuso.
 la Contessina
                          Son morta.
 Pancrazio
                                                 (Oh che bagian!)
 Gazzetta
790(El ghe l’ha fatta ben da cortesan!)
 Pancrazio
 Su via Lindoro andiamo.
 Lindoro
                                                Oh dei! Contessa
 fu amor colpa del fallo.
 la Contessina
                                            Oh che m’avete,
 crudele, assassinata.
 il Conte
 Di me che si dirà? Figlia sgraziata!
795Tutto il mondo è informato
 di questo matrimonio.
 Si sa ch’è stato in casa
 lo sposo colla sposa,
 quest’è una brutta cosa.
800Figlia per l’onor tuo questo è il partito,
 Lindoro qual si sia, sia tuo marito.
 la Contessina
 Amor fa de’ gran colpi. Io non dissento
 d’abbassarmi per lui.
 Pancrazio
                                          Piano di grazia,
 v’ho da essere anch’io.
 il Conte
                                            Sei fortunato.
805Sarai con il mio sangue apparentato.
 Pancrazio
 Eh prendete signor miglior consiglio,
 non è per un mio figlio
 l’illustrissima vostra contessina.
 Mandereste in rovina
810la vostra nobiltà.
 il Conte
                                 Fatto è l’imbroglio.
 Vuo’ che sposi Lindoro.
 Pancrazio
                                             Ed io non voglio.
 
    Tua figlia ah ah,
 pretende uh uh,
 mio figlio oh oh,
815oh questo poi no.
 
 il Conte
 (Ah perfido! M’insulta ed ha ragione).
 Lindoro
 Deh padre per pietà, deh permettete
 ch’io sposi la contessa. Io senza lei
 di dolor morirei.
 Pancrazio
                                  Ma la contessa
820il di cui cor fastoso
 di accrescer nobiltà non è mai sazio
 il figlio sdegnerà d’un vil Pancrazio.
 la Contessina
 Amor codesta volta
 supera nel mio seno ogni riguardo.
 Pancrazio
825Quando dunque è così, via mi contento.
 Porgetegli la man.
 il Conte
                                    No no, fermate.
 Ho trovato un rimedio
 ch’opportuno sarà.
 Perché di nobiltà
830privo non sia lo sposo di mia figlia,
 a cui tutto perdono,
 quattro titoli miei gli cedo e dono.
 Pancrazio
 Oh quante belle vane!
 I titoli signor non danno pane.
 Lindoro
835Deh contessina mia, deh perdonate
 un inganno amoroso.
 Contessina
 Non lo rammento più, siete mio sposo.
 coro
 
    Sia eterno il giubilo
 de’ nostri petti,
840mai non si spengano
 gli accesi affetti,
 discenda Venere,
 trionfi amor.
 
    De’ vani titoli
845d’onor sognato
 non senta stimoli
 fuor dell’usato,
 non si rammarichi
 il nostro cor.
 
 Fine