La contessina, Venezia, Fenzo, 1743

Vignetta Frontespizio
 SCENA IV
 
 LINDORO e detti
 
 Lindoro
400(Oh femmina bugiarda! Oh ciel, che sento?)
 Contessina
 Veramente è compito. In miglior forma
 scrivere non si può. Conosce bene
 egli il merito mio,
 così finisce: «Illustre dama, addio».
 Lindoro
405(Ho scoperto il suo cor).
 Gazzetta
                                              Sala l’usanza
 che corre per el mondo?
 Contessina
                                               Io non la so.
 Gazzetta
 Se la permette ghe la insegnerò.
 A un omo che s’incomoda
 a far el battifuogo o sia el mezan
410per usanza ghe va la bonaman.
 Contessina
 Sì sì, ricompensarti
 a suo tempo saprò; per or ti basti
 l’onor del mio benigno aggradimento.
 Via bacciami la mano, io mi contento.
 Gazzetta
415Non ricuso el favor,
 donca la man ghe baso ma de cuor.
 Contessina
 Vanne e se vedi il duca
 digli che le sue grazie a me son care,
 che poi risponderò, che la mia fede
420ad altri ho già impegnata
 ma che per cicisbeo non lo ricuso,
 poiché già tal di mia famiglia è l’uso.
 
    Codesto consiglio
 la madre mi dà:
425«Lo sposo di qua,
 l’amico di là».
 
    Ma poi, se pretende
 l’amico sen va
 ma nulla s’offende
430la bella onestà.
 
    Il viver del mondo
 sì facil non è.
 Conoscer il fondo
 del core si de’.
 
435   Talor dalla gente
 sparlando si va
 e pur innocente
 la tale sarà.