La contessina, Venezia, Fenzo, 1743

Vignetta Frontespizio
 SCENA III
 
 Cortile del conte.
 
 La CONTESSA, GAZZETTA e servi
 
 Contessina
75Eh là, servi ignoranti,
 precedetemi entrambi ed inchinati
 fate spalliera alla padrona vostra.
 Dammi braccio, Gazzetta.
 Gazzetta
                                                  Ai so comandi,
 lustrissima, son pronto.
 Contessina
                                              Eh dimmi, dimmi;
80vedesti tu quel cavalier lombardo
 come fissò nelle mie luci il guardo?
 Gazzetta
 Se l’ho visto! El pareva
 gatto maimon che fa la cazza al sorze.
 Contessina
 E quel giovin mercante.
85Quanto gli occhi fissò nel mio sembiante!
 Gazzetta
 El stava là come una barca in secco.
 Contessina
 Ma vi vuol altro. Un mercantuccio amante
 non è per me; non è per il mio grado
 un cavalier di nobiltà mezzana;
90io nacqui dama e morirò sovrana.
 Gazzetta
 Certo se fusse un re, alla mia patrona
 mi el scettro ghe darave e la corona.
 Contessina
 Quanto rider mi fanno
 certe donne plebee che voglion farla
95da signore di rango.
 Si vede ch’io non son nata dal fango.
 Gazzetta
 Eh se vede in effetto
 che l’è nata tra l’oro e tra el zibetto.
 Contessina
 Guarda se non m’inganno; ah sì gli è desso;
100è il marchesin mio caro;
 oh questo sì ch’è degno
 dell’amor mio. Vanta fra’ suoi maggiori,
 ricchi d’immense entrate,
 seicento e più persone titolate.
 Gazzetta
105Schienza! Co l’è cusì la compatisso.
 So el mio dover al par di chi se sia.
 Daggo liogo alla sorte e vaggo via. (Parte)