Statira, Venezia, Rossetti, 1742

Assente nell'edizione Zatta Frontespizio
 SCENA X
 
 Entra nel campo un guerriero vestito all’uso d’Europa, con visiera calata e disarmato, poi ASPASIA dopo ucciso il leone
 
 GUERRIERO
 Regi, l’ingordo dente e l’unghia fiera
 arruotò omai della nemea foresta
1065il mostro inferocito.
 Intrepido io l’attendo; ancorché inerme
 l’innocenza del principe Ariarate
 sarà sola il mio scudo.
 Di mia virtù, di mia fortezza armato,
1070sprezzo la parca e non pavento il fato.
 ARTASERSE
 Gran cuore ostenta.
 DARIO
                                       Dell’insano fasto
 il folle punirà l’arduo contrasto.
 GUERRIERO
 Numi, voi proteggete
 l’innocenza, l’amor, la fé, la vita
1075d’Ariarate e di me. Ma vien la fera.
 Pietosissimi dei!
 Regga il vostro potere i colpi miei.
 
    Giusti numi del ciel tutti v’invoco;
 dall’alta sfera rivolgete il guardo
1080su questo d’empie straggi orribil loco,
 armate il braccio mio d’occulto dardo,
 onde il vincer la fera io prenda a gioco;
 per salvar l’innocente avampo ed ardo;
 deh voi numi del ciel che lo sapete,
1085voi il nobile ardir deh proteggete. (Viene il leone, l’incognito combatte con esso e finalmente balsatogli sul dorso lo uccide suffocandolo)
 
 DARIO
 Che veggo! (A parte)
 ARTASERSE
                         Che portento! (A parte; scendono)
 ASPASIA
 Nel feroce cimento
 giace estinta la fiera.
 Oh de’ numi pietosi alta clemenza!
 TIMAGENE
1090Han servito le stelle all’innocenza.
 ARTASERSE
 Campion, cui debbo un sangue a me sì caro,
 dimmi, chi sei?
 STATIRA
                                Tiranno
 guardami in volto e riconosci in esso
 a pro dell’innocenza
1095quanto di zelo abbiano i numi eterni.
 Ardimento cotanto
 onde mai scese in cor di donna imbelle?
 Chi diè tanto di lena al braccio inerme?
 Ah se tanto non basta,
1100venga, venga, Ariarate;
 aprigli di tua man, barbaro, il seno,
 perché sazi tu stesso e Dario sazi
 in quel misero cor l’avida brama.
 Fia questi un sacrificio
1105di Ciro all’ombra, un olocausto grande
 a quel furor che tutto m’empie il petto.
 Che più tardi, o tiran? Su via l’aspetto.
 ARTASERSE
 Ah Dario.
 DARIO
                     Padre, i dei d’Averno ha in lega
 l’orribil donna. Il portentoso, il strano
1110coraggio ebbe da Dite.
 Alla tua pace, al mio regnar funeste
 d’arabici prestigi opre son queste.
 ASPASIA
 Opportuno è l’incontro. (A parte)
 Prendi, o Dario, il tuo foglio. Oronte sdegna
1115prestar la destra ad una strage indegna. (Dà a Dario il foglio antedetto)
 ARTASERSE
 Qual foglio?
 DARIO
                         Ahimè! Signor... (Confuso)
 ARTASERSE
                                                         Veggasi. (Tolto a Dario di mano il foglio, lo legge)
 ASPASIA
                                                                           È giunto
 al bersaglio lo strale. (A parte)
 STATIRA
 Che di grande darai giorno fatale. (A parte)
 ARTASERSE
 Timagene, si guardi
1120Dario gelosamente.
 Oronte, Ariarate in libertade
 siano rimessi.
 TIMAGENE
                             Avranno
 i reali comandi
 intera ubbidienza. A voi soldati. (Le guardie circondano Dario, poi Timagene parte)
 DARIO
1125Olà, col vostro re.
 ARTASERSE
                                  Che re? Son io
 il monarca di Persia. Un folle amore
 teco diviso avea di rege il nome,
 il potere non già. Popoli, io regno.
 Dario s’arresti, egli è un vassallo indegno.
 DARIO
1130Ah padre...
 ARTASERSE
                        Taci, il sacro
 nome non profanar di genitore.
 Mio figlio più non sei! Va’, traditore.
 STATIRA
 Empio barbaro cor, comincia pure
 a punirti il rimorso. Alfin sei giunto
1135presso alla tua pena. Sarà la morte
 pena leggiera al tuo fallire.
 DARIO
                                                   Oh sorte!
 ASPASIA
 Dario, che fai? Non cerchi in questo volto
 gli sguardi, i vezzi? E che? Sei tronco o sasso;
 Oronte vive, Aspasia io sono.
 DARIO
                                                       Ahi lasso!
 
1140   Chi m’uccide, chi mi svena,
 chi mi toglie al mio rossor?
 
 STATIRA
 
 Smania.
 
 ASPASIA
 
                   Pena.
 
 ARTASERSE
 
                                Traditor.
 
 DARIO
 
    Padre amato.
 
 ARTASERSE
 
                               Figlio ingrato.
 
 DARIO
 
 Deh movetevi a pietà.
 
 TUTTI
 
1145Non è tempo di pietà.