Statira, Venezia, Rossetti, 1742

Assente nell'edizione Zatta Frontespizio
 SCENA V
 
 ORONTE e TIMAGENE
 
 TIMAGENE
 Signor, tu in Artassata?
 Il cognato di Ciro, Oronte, in corte
120del nemico Artaserse!
 ORONTE
 Ignoto in Artassata,
 Timagene, è il mio volto; ed Artaserse
 discoperto dall’elmo unqua nol vide.
 Custodisci l’arcano
125di mia venuta, alla real germana
 solo l’affida e mi fa scorta ad essa.
 TIMAGENE
 A Statira men vado
 col grande annunzio, or tu da saggio intanto
 la gloria tua coll’amor tuo misura
130e a cui tu debba il tuo gran cuor matura.
 
    Non vale il cuor d’un re
 bellezza che non è
 che un fiore o un lampo.
 
    Lampo che tosto fugge,
135fiore che si distrugge,
 dell’occhio inganno,
 efimera del campo.