Tigrane, Venezia, Rossetti, 1741

Assente nell'edizione Zatta Frontespizio
 SCENA VIII
 
 TIGRANE e detti
 
 Tigrane
 No Cleopatra, no; non ti dia pena
870né del padre il rigor né la tua fede.
 Apamia, Oronte
 Quivi Tigrane.
 Cleopatra
                              Ah vista
 dolce a un tempo e penosa!
 Mitridate
 E cotant’osi ancora?
 Tigrane
                                       Eterna fede
 Cleopatra giurommi e tu non puoi,
875finché in vita rimango, a me ritorla;
 da’ giuramenti suoi
 vengo a sciorla, morendo;
 questa è l’unica strada
 di porla in libertade, a te l’aditto
880e facile la rendo
 togliendosi il timor della mia spada.
 Mitridate
 Giusto è ben che tu incontri
 quel destin che più vuoi.
 Tigrane
                                                Con tal costanza
 lo soffrirò che forse avrai rossore
885dell’ingiusta ira tua, del tuo rigore.
 Apamia
 Che fiero cor!
 Oronte
                            M’intenerisce.
 Cleopatra
                                                         Ahi pena!
 Mitridate
 Men vado, Oronte vieni; io là nel tempio
 preparerò le sorti.
 Paghi tutti saremo,
890ma con diverso fatto,
 sposo Oronte, tu estinto, io vendicato.
 
    Mira il nembo che torbido e fiero
 sul tuo capo ruotando severo
 ti minaccia; più scampo non v’è.
 
895   Porta accesa nel sen la saetta
 che ministra dell’atra vendetta,
 fulminando, t’uccide al mio piè. (Parte, Oronte lo segue)