Tigrane, Venezia, Rossetti, 1741

Assente nell'edizione Zatta Frontespizio
 SCENA XIII
 
 CLEOPATRA
 
 Cleopatra
 Ei parte oh dio! Che fo? Torna ben mio.
 Deh torna a me; più non ti scaccio e, spenta
340l’inimicizia antica,
 sarò amante di te, non più nemica.
 Ma che parlo? Ove corro?
 Quel cieco amore i passi miei consiglia?
 Posso Tigrane amar, quando son figlia?
345Sì, ch’ei parta, ch’ei muoia!
 Vinca il dovere e vinca l’odio ancora.
 Ed ei morà! Morrà quel dolce e caro
 oggetto del cor mio?
 E Cleopatra il soffre? E fia che infida
350d’un amante fedel sia l’omicida?
 Ah, che il mio cor, trafitto
 da doppia pena e fiera,
 smania, piange, s’adira e si dispera.
 
    Fra l’odio e l’amore
355incerto il mio core,
 nemico ed amante,
 risolver non sa.
 
    Dal vago sembiante
 or parte, or ritorna,
360or vince lo sdegno,
 or vince pietà.
 
 Fine dell’atto primo