Tigrane, Venezia, Rossetti, 1741

Assente nell'edizione Zatta Frontespizio
 SCENA VII
 
 CLEOPATRA, MITRIDATE, APAMIA, ORONTE
 
 Cleopatra
 Signore, ecco tua figlia.
 Mitridate
 Principessa, ad Oronte
 ti destinai. Egli è di sangue illustre,
175è d’Apamia germano,
 di quella Apamia che, per lieta sorte,
 oggi fia tua regina e mia consorte.
 Cleopatra
 Che sento? Oimè.
 Oronte
                                    Cor mio, che mai più brami?
 Mitridate
 Sei contenta, mio bene?
 Apamia
                                               Or so che m’ami.
 Cleopatra
180D’Oronte?
 Mitridate
                       Il dissi.
 Cleopatra
                                       Ah, genitor risveglia
 nel magnanimo cor l’eccelse idee.
 Né te le sveni in petto
 lusinghiera malia di vago aspetto.
 Io sposarmi ad Oronte? Io che per sangue
185diritto ho di regnar, che non son rea
 d’obbrobrioso fallo,
 porger dovrò la mano ad un vassallo?
 Mitridate
 Il mio favore eguale a te lo rende.
 Cleopatra
 E ad onta di tua figlia,
190d’un servo all’ardimento oggi s’attende?
 Mitridate
 Troppo dicesti.
 Cleopatra
                               Ah padre...
 Mitridate
 Invano usi preghiere.
 Cleopatra
 Ascolta...
 Mitridate
                    Ho già risolto.
 Cleopatra
 Se il cuor non hai di scoglio,
195senti almeno...
 Mitridate
                              Ubbidisci; io così voglio.
 
    Pensa che padre io sono;
 pensa che figlia sei
 e che temer tu dei
 l’ira del genitor,
200del tuo regnante.
 
    Mentre che a te ragiono,
 guardami in volto e poi
 scegli qual più tu vuoi,
 il padre o il punitor,
205nel mio sembiante.