Statira, Venezia, Rossetti, 1741

Vignetta Frontespizio
 SCENA IV
 
 STATIRA, ROSANE e guardie
 
 Statira
845Olà; tosto Learco (Alle guardie)
 sia condotto al supplicio.
 Rosane
                                               Oh dei! Fermate.
 Frena la crudeltà.
 Statira
                                   Lasciar non voglio
 una colpa impunita.
 Rosane
                                        In me la rea
 dunque devi punir.
 Statira
                                       Te di re figlia
850giudicherà il Senato. Io vuo’ frattanto
 che mora il traditor.
 Rosane
                                        Misero prence,
 per me dunque morrà? Nel fior degl’anni
 perirà l’inocente?
 Statira
                                   E pur potresti
 ancora il vicin colpo,
855Rosane, trattener.
 Rosane
                                    Come?
 Statira
                                                    Spietata,
 qual tu credi, non son. L’audace orgoglio
 cangia meco, Rosane, ed io cangiarmi
 forse teco saprò. D’Arbace il nodo
 di contendermi cessa ed io Learco
860libero renderò. Lieve contrasto
 tu saresti al mio amor; ma pur desio
 col tuo consenso istesso
 il volgo persuader. Bramo con pace
 passar i giorni in compagnia d’Arbace.
865Deh muoviti, o Rosane,
 di Learco, di te, di me a pietade.
 Ah se mai ti sdegnasse
 di regina il comando, ora deposto
 il fasto di regnante,
870parla solo al tuo cor Statira amante.
 Se ancor ressisti ingrata,
 chi più crudel sarà di noi? La vita
 di Learco infelice
 chi difender potrà? Pensa, risolvi.
875Tu il condanna, Rosane, o tu l’assolvi.
 Rosane
 Cedo al fato, Statira; io vinta sono
 dalla giusta pietà d’un infelice.
 Ma più vincer mi seppe
 il mite favellar de’ labbri tuoi.
880Ama Arbace qual vuoi,
 sia tuo sposo, il consento; e perché mai
 timor non giunga a perturbarti invano,
 oggi a Learco io porgerò la mano.
 Statira
 Deh lascia che al mio seno
885possa strignerti alfin. Diletta figlia,
 tu mi rendi felice. Olà, Learco (Alle guardie)
 sciolto sia da catene. Oh dio! Rosane,
 qual sarà il piacer nostro? Io mi figuro
 tante felicità che tutte appieno
890in sé non basti a contenerle il seno.
 
    Fidi amanti fortunati,
 voi che avete lieto il core
 dir potete se d’amore
 v’è maggior felicità.
 
895   Egli rende alfin beati
 dopo tanti suoi martiri
 e de’ pianti e de’ sospiri
 sente amor alfin pietà!