Oronte re de’ Sciti, Venezia, Rossetti, 1740

Vignetta Frontespizio
 SCENA PRIMA
 
 Atrio magnifico della regia, corrispondente alla piazza, con archi trionfali e trono da un lato. In lontano, sole che spunta.
 
 ORONTE, TARPACE e popolo
 
 Oronte
 Esequisti il comando?
 Tarpace
                                           Ogni tumulto
 è sedato, o signor. Su questi altari
 non vi sarà chi ardisca
 la tua imago sdegnar. Qual imponesti,
555obediente mira
 a’ tuoi cenni la plebe e i grandi ancora,
 ognun ti teme, ognun ti cole e onora.
 Oronte
 Or son sudditi miei. Spento Alcamene,
 non v’è chi mi contrasti
560di Dacia il regno. Ma dov’è Artalice?
 Ebbe ella pure il cenno mio; non viene?
 Qual novello pretesto or la trattiene?
 Tarpace
 Dall’Oriente appena
 vedi che spunta il sol. L’ora è importuna
565per femina gentil. Fu dalle guardie
 avertita però; ma pria che adorna
 siasi qual suole il feminil costume,
 molto alzarsi vedrem del sole il lume.
 Oronte
 Vanne, vanne, Tarpace; a me la guida
570anche incolta ma tosto. Io su quel trono
 voglio salir e di salirvi il modo
 sai che mi presta d’Artalice il nodo.
 Risparmiar la forza
 voglio, se posso.
 Tarpace
                                È sano il tuo consiglio.
575Se vuoi farti temer, non dar principio
 dall’estremo terror. L’odio piuttosto
 questo t’acquisteria. Regola il volgo
 prende dai primi moti
 del novello monarca. È la pietade
580facile incanto e necessario. Oh come
 temperata fierezza
 l’anime, o sire, al nuovo giogo avvezza!
 
    Se spiegò le prime vele
 il nocchiero in lieta calma,
585l’aure amiche, il mar fedele
 spera sempre ritrovar.
 
    Ma se avezzo è fra tempeste
 a solcar il mar che freme,
 l’onde irate sempre teme.
590Teme sempre infido il mar.