Il filosofo di campagna, Venezia, Fenzo, 1754

Vignetta Frontespizio
 Nobilissime dame,
    su una giusta e fondata considerazione di quanto l’eccellenze vostre con animo veramente grande e generoso degnino benignamente della validissima loro protezione, a solo oggetto di beneficare, chiunque a quella con vera confidenza e sommissione ricorre, mi sono proposto far uscire su le scene sì la presente giocosa operetta che sei altre che la seguiranno tutte di differenti caratteri nel corso dell’autuno presente e carnovale venturo sotto i benignissimi auspici dell’eccellenze vostre. Se potessi colla mia insufficienza esprimere quei sentimenti di venerazione ed ossequio che mi obbligano verso l’eccellenze vostre sono securo che acquisterebbero qualche preggio nella generosità del nobilissimo animo loro. Nonostante spero almeno di riportarne dalla generosità dell’eccellenze vostre perché voranno degnarsi riflettere che non ho risparmiato né studio né fatica né spesa per fare che il divertimento che viene all’eccellenze vostre dedicato riesca se non degno di loro, almeno sia un testimonio del vivo desiderio che nutro di moltiplicare gl’atti del mio ossequio e venerazione. Sarà dunque della generosità dell’animo grande dell’eccellenze vostre il patrocinare queste operette come cosa loro propria, giacché anderanno gloriose per il nobile frontespicio che le adorna che né più sublime né più luminoso e per merito e per grandezza potea darsele del rispettabilissimo nome di vostre eccellenze; confido ancora che dalla generosità inseparabile dal loro animo nobile saranno agraditi gl’attestati del mio profondo ossequio col quale mi umilio di vostre eccellenze umilissimo, devotissimo, obbligatissimo, ossequiosissimo servitore.
 
    L’impressario