De gustibus non est disputandum, Venezia, Fenzo, 1754

Vignetta Frontespizio
 SCENA VI
 
 ROSALBA e detti ed i servi che portano il tavolino con quel che occore per il gioco
 
 Rosalba
 Non venite signor? La cena è lesta.
 don Pachione
 Vengo sì...
 Ramerino
                      Dove andate,
1230non dovete mangiar se non giocate.
 Artimisia lo disse.
 don Pachione
                                    È vero, il so.
 Artimisia crudele, io giocherò.
 Presto per compassione.
 Ramerino
                                               Io non ho fretta. (Siede)
 don Pachione
 Giochiam questo filippo alla bassetta.
 Ramerino
1235Precipitoso non son io nel gioco.
 Il danaro lo perdo a poco a poco.
 don Pachione
 Le carte farò io.
 Ramerino
                                No, mio signore.
 Lei mi fa troppo onore; s’ha da alzare
 e alla sorte veder chi tocca a fare.
 don Pachione
1240Che seccatura; andiamo. Tocca a me.
 Rosalba
 Signori miei il danaro
 reca quando si perde un po’ di pena,
 fate così, giocatevi la cena.
 don Pachione
 Misero me se la perdessi. Presto
1245ho scartato, signor, son bell’e lesto.
 Ramerino
 Adagio non ho ancora
 il gioco esaminato.
 Oh! Ve ne lascio una.
 don Pachione
                                         Se ho scartato.
 Ramerino
 Vostro danno... Ma no, non vi fo torto,
1250ritornerò a scartar!
 don Pachione
                                      Son mezzo morto.
 Rosalba
 Finitela una volta,
 che la cena patisce.
 don Pachione
                                      Avete inteso?
 Ramerino
 Io v’ho dato ripicco.
 don Pachione
                                       Ed io l’ho preso. (S’alza)
 Ecco il filippo; andiam; son contentissimo.
 Ramerino
1255La revincita, presto.
 don Pachione
                                       Obbligatissimo.
 Ramerino
 Un punto a faraone. (Fa il taglio)
 don Pachione
                                        Signor no.
 Ramerino
 A madama dirò
 che non son sodisfatto.
 don Pachione
 Voi mi volete far diventar matto.
 
1260   Presto un punto. Vada il re.
 Dite lor che vengo tosto. (A Rosalba)
 E che aspettino anche me.
 È venuto? Signor no.
 Quando viene? Creperò.
 
1265   Rosalbina, andate innanzi, (A Rosalba)
 non vorrei passar de’ guai.
 Questo re non viene mai?
 È venuto, l’ho perduto,
 tre filippi han da bastar.
1270No, non voglio più giocar. (Parte)