De gustibus non est disputandum, Venezia, Fenzo, 1754

Vignetta Frontespizio
 SCENA III
 
 ERMINIA e CELINDO
 
 Celindo
 Bella Erminia adorata.
 Erminia
 Bella a me, se sprezzata
 m’avete ingrato, audacemente altero?
 Celindo
 Idol mio, non è vero.
1145Artimisia ha voluto
 ridere a spese nostre, io l’ho saputo.
 Erminia
 Ma voi del di lei merito
 siete invaghito.
 Celindo
                               Il pianto
 di colui m’avvilì.
 Erminia
                                  Che debil cuore!
1150Per pietà divenuto è traditore?
 
    Fra le virtù dell’alma
 bella pietà si onora;
 ma la pietade ancora
 sempre non è virtù.
 
1155   Quando l’onesto eccede,
 nemica alla ragione,
 quando al dover s’oppone,
 non si conosce più. (Parte)