De gustibus non est disputandum, Venezia, Fenzo, 1754

Vignetta Frontespizio
 SCENA XIV
 
 ROSALBA e detti, poi ARTIMISIA
 
 Rosalba
 Oh che caso fatal!
 Pachione
                                   Cos’è accaduto?
 Rosalba
990È pazzo divenuto
 il cavalier gentile,
 pazzo non ho veduto a lui simile.
 Il medico, il chirurgo
 erano per curarlo preparati,
995egli pien di furor li ha minacciati.
 Celindo
 Me ne dispiace assai.
 Pachione
                                          Mi duol davvero
 ma il mio caso del suo più strano i’ veggio
 e se mi vonno avvelenar sto peggio.
 Artimisia
 Amici, il cavaliere
1000ha perduto il cervello.
 Ha dato in frenesia
 e furiosa è talor la sua pazzia.
 Dice il medico nostro
 che per non riscardarlo
1005conviene secondarlo
 nelli capricci sui
 e dir sempre di sì dinanzi a lui.
 Celindo
 Misero cavaliere,
 mi muove a compassione.
 don Pachione
1010Ma di lui più infelice è don Pachione.
 Artimisia
 Perché?
 don Pachione
                  Perché chi è pazzo
 non sente il male e non conosce il bene.
 Di fame io muoio e digiunar conviene.
 Artimisia
 Eccolo il pazzarello.
1015Avvertite che s’ha da secondare;
 e per non l’irritare
 e perché non ci nascano de’ guai
 dinnanzi a lui non s’ha da rider mai.
 don Pachione
 Per me non riderò.
 Celindo
                                      Né io per certo.
 Rosalba
1020Del mal d’altri non rido, io ve l’accerto.
 Artimisia
 (A quel che meditai
 se non ridono affé, mi pare assai). (Da sé)