De gustibus non est disputandum, Venezia, Fenzo, 1754

Vignetta Frontespizio
 SCENA XIII
 
 Luogo delizioso.
 
 CELINDO e don PACCHIONE
 
 don Pachione
 Dica, signor Celindo, mio padrone,
970sovra il cuor d’Artimisia ha pretensione?
 Celindo
 Può essere di sì.
 don Pachione
 Quando dunque è così,
 vosignoria sarà
 uno di quei che vogliono onorarmi.
 Celindo
975Onorarvi? In qual modo?
 don Pachione
                                                 Avvelenarmi.
 Celindo
 Amico, quest’è un sogno.
 don Pachione
                                                Se Artimisia
 provida non avea pietà di me,
 mi davano il veleno nel caffè.
 Celindo
 Duolmi di ciò ma più mi duole ancora
980che di me si sospetti.
 So regolar gli affetti;
 il mio amore, il mio sdegno
 non arrivano, amico, a questo segno.
 don Pachione
 Ma il nemico vi è certo.
985Sono stato avvertito.
 Io muoio d’appetito
 e non posso nemmeno
 cibo assaggiar per tema del veleno.