De gustibus non est disputandum, Venezia, Fenzo, 1754

Vignetta Frontespizio
 SCENA VII
 
 ERMINIA, CELINDO ed ARTIMISIA
 
 Celindo
 Che stravaganza è questa?
 Erminia
 Io non la so capir.
 Artimisia
                                   (Che bello spasso!
320Che piacer, che diletto!)
 Celindo
 Vedeste il poveretto
 che parte delirando?
 Erminia
                                         Il cavaliere,
 non so dire perché, non par più quello.
 Artimisia
 Nol sapete? Il meschin perso ha il cervello.
 Celindo
325È pazzo il cavalier?
 Artimisia
                                      Nol sapevate? (A Celindo)
 Celindo
 Mi dispiace per voi, perché l’amate.
 Artimisia
 Eh Celindo, Celindo
 non è vero ch’io l’ami. Anzi per questo
 il meschino delira.
330Questo mio cuor sospira...
 Basta, non vuo’ dir nulla.
 Non vuo’ far disperar questa fanciulla.
 Erminia
 Come, signora zia?
 Artimisia
                                      Niente nipote.
 Il ciel vi benedica.
335Vi son parente e amica,
 invidio il vostro ben ma non usurpo
 uno sposo gentile ad una sposa.
 (Ho piacere che sia di me gelosa).