De gustibus non est disputandum, Venezia, Fenzo, 1754

Vignetta Frontespizio
 SCENA II
 
 ARTIMISIA e ROSALBA
 
 Artimisia
 Voi, cugina garbata
35vi dilettate di giocar. Badate
 che dovrete pagar, se perderete,
 poiché, se nol sapete,
 gli uomini han ritrovato,
 quando giocan con noi, la bella usanza
40che il non farsi pagar sia un’increanza.
 Rosalba
 Credetemi, non soglio
 né per vizio giocar né per diletto.
 Non so dir per qual cosa io senta affetto.
 Tutto mi piace e niente mi dà pena.
45Faccio quel che di far mi vien promosso
 e contento ciascun, se farlo io posso.
 Artimisia
 Bravissima; in tal guisa
 gradindo tutti e non negando mai
 voi vi farete degli amici assai.
 Rosalba
50Questo è il mio gusto.
 Artimisia
                                          È il mio tutto all’apposto.
 A voi ve lo confido.
 Godo a far disperare e me ne rido.
 Fingo d’esser gelosa e non lo sono;
 dar altrui gelosia mi dà diletto.
55Chi ha per me dell’affetto
 ho piacere talor che si disgusti.
 E se pianger lo vedo? È il re dei gusti.
 Rosalba
 Io no; soffrir non posso
 che un amante sospiri e se ’l vedessi
60una lacrima trar sugli occhi miei,
 non so dir, non so dir quel ch’io farei.
 
    Ho un cuor sì tenero,
 sì dolce ho l’animo
 che tutti gli uomini
65mi fan pietà.
 
    Quando sospirano,
 quando mi pregano,
 no, non so fingere
 la crudeltà. (Parte)