De gustibus non est disputandum, Venezia, Fenzo, 1754

Vignetta Frontespizio
 SCENA PRIMA
 
 Appartamenti.
 
 ERMINIA e CELINDO, sedendo vicini l’uno all’altro in fondo della scena. ROSALBA e il conte RAMERINO ad un tavolino giocando fra di loro alle carte. Il CAVALIERE DI ROCCAFORTE ad un altro tavolino scrivendo. Don PACHIONE sedendo da un altro lato, bevendo la cioccolata. Poi la baronessa ARTIMISIA. Li sei personaggi sudetti, ciascheduno stando al loro posto, cantano li seguenti versi, mostrando avergli ciascuno in un foglio a parte
 
 
    Il mondo è bel, perch’è di vari umori.
 Vari sono degli uomini i caprici.
 A chi piacciono l’armi, a chi gli amori.
 A chi piaccion le torte, a chi i pastici.
5De’ gusti disputar cosa è fallace;
 non è bel quel ch’è bel ma quel che piace.
 
 Artimisia
 Bravi, me ne rallegro.
 Godo che in casa mia
 la giornata si passi in allegria.
10Che si canta di bello?
 il Cavaliere
                                          Alcuni versi
 da me stesso composti in questo punto.
 Veggendo che ciascuno
 variamente s’impiega e si ricrea,
 col faceto mio stil così dicea:
15«De’ gusti disputar cosa è fallace,
 non è bel quel ch’è bel ma quel che piace».
 Artimisia
 Questo l’accordo anch’io.
 Ciascheduno ha il suo gusto. Io pure ho il mio.
 Ecco la mia nipote
20col suo futuro sposo,
 godono nel parlar d’amor, di foco.
 Mia cugina ed il conte amano il gioco.
 Voi cavaliere amate
 la dolce poesia,
25il piacer, l’allegria;
 ed il signor Pachione, il poverino,
 ama i ragù, la cioccolata e il vino.
 don Pachione
 E voi, che cosa amate?
 Artimisia
                                            Anche il mio genio
 più d’una cosa che d’un’altra è amico.
30Ho il mio gusto ancor io ma non lo dico.
 il Cavaliere
 Dunque m’insuperbisco
 di questi versi miei. Ciascun si vanti
 del suo gusto parzial, li legga e canti. (Dà un foglio ad Artimisia. Tutti s’alzano, ripeton la canzona sudetta; indi partono tutti fuorché Artimisia e Rosalba)