Il pazzo glorioso, Venezia, Fenzo, 1753

Assente nell'edizione Zatta Frontespizio
 SCENA IV
 
 BERENICE e detti
 
 don Ferrante
 Corri figlia diletta.
 Berenice
                                     Eccomi o padre.
 don Ferrante
 Li dei ti voglion bene; t’han destinata
1170a far razza d’eroi, lo vedi questo?
 Berenice
 È Camillo, lo so. (Che sarà mai!)
 Camillo
 Con sua licenza...
 don Ferrante
                                  Ancor non t’hai levato
 questo vizio che tieni? È mio pensiere
 il tutto palesar. Questo che vedi
1175essere ha rissoluto un palladino.
 Ed io tal lo farò, scende e discende
 dal sangue di Ruggiero. Abbraccia o figlia
 cossì bella occasione.
 Sposalo; il genitor te lo consiglia.
 Berenice
1180Ch’io lo sposi?
 don Ferrante
                              Gnorsì.
 Camillo
                                              Meco è ritrosa,
 non giova importunarla.
 don Ferrante
                                               Oh sei noiosa!
 Da’ gusto al genitor.
 Berenice
                                       Bramate dunque
 ch’or impalmi costui?
 don Ferrante
                                           Gnorsì lo bramo.
 Berenice
 (Cieli, che far dovrò).
 don Ferrante
                                          Sollecitiamo.
1185Cavallier fatti sotto.
 Camillo
                                       Ecco obbedisco.
 Berenice
 (Ardire o cor).
 don Ferrante
                              Via datevi la mano.
 Berenice
 Già che il padre sì brama, ecco ti porgo...
 Ah indegno traditor, scostati o ch’io
 ti passo il sen.
 Camillo
                             Cossì mi tratti? Oh dei!
 don Ferrante
1190Ohimè! Che robba è questa?
 Berenice
                                                       Tu chi sei?
 Che pretendi da me? Anima vile,
 se palladin tu sei, su stammi a fronte;
 son amazone anch’io. Di questa spada
 tu tremi al lampeggiar? Vienni al cimento,
1195pugna meco codardo e in tal conflitto
 s’esser prode ti vanti,
 da questa man pur caderai trafitto.
 Camillo
 Ferma le smanie o bella.
 don Ferrante
                                               Lascia fare,
 ch’ora si va provando
1200d’esser cavalleressa, animo e core,
 brava figliola, imita il genitore.
 Berenice
 E tu chi sei?
 don Ferrante
                          O diavolo non vedi
 che son il genitor.
 Berenice
                                   Tu genitore?
 Un mostro fier tu sei ch’un’infelice
1205a morte sì crudel, tiranno, esponi;
 prova tu ancor le mie furie...
 don Ferrante
                                                      Piano,
 ch’ella fosse impazzita?
 Berenice
 Son tutta foco e sdegno; il mio furore
 contro voi vo’ sfogare.
 don Ferrante
                                          Andiamo male;
1210la mia casa de’ pazzi è un ospitale.
 Camillo
 Cessa lo sdegno, o dei.
 don Ferrante
                                           Figlia sta’ in cassa.
 Berenice
 Non ravviso raggion; tutti nemici
 siete del viver mio, di mia quiete,
 tutti rei del mio mal, tiranni siete.
 
1215   Perfidi, in che v’offesi
 ch’il mio morir bramate;
 come così insultate
 una innocente? Oh dei,
 empio nemico mio,
1220barbaro genitor.
 
    Pietà del mio tormento
 chi mai non prova in seno
 o non ha petto o almeno
 serba di marmo il cor.