Il pazzo glorioso, Venezia, Fenzo, 1753

Assente nell'edizione Zatta Frontespizio
 SCENA II
 
 DON FERANTE e LISETTA
 
 don Ferrante
                                            Eh cameriera
1090hai visto il camerata?
 Eugenia
                                          Uh vi son guai.
 Lisetta
 Perché?
 Eugenia
                  Sta inviperito
 contro di voi e vuole in ogni conto
 andar alla giustizia.
 Lisetta
 Or qua vi vol rimedio; s’ei ricorre
1095per noi vi saran guai.
 don Ferrante
 Tu rimedia all’error, se fatto l’hai.
 Lisetta
 Vi trovarei rimedio, se potessi
 far ch’il governator qui non venisse.
 Eugenia
 Il modo è ritrovato; basta solo
1100mandarvi un servo a dirli che il padrone
 è fuori del casino e ch’ei potrebbe
 risparmiarsi l’incommodo
 di venir qua.
 don Ferrante
                           Cotesto si può fare,
 ci mando Franceschino
1105e che faremo poi?
 Lisetta
                                    Per divertirci,
 io fingerò il governator.
 don Ferrante
                                              Ma quello
 all’uso parla de’ Napolitani.
 Lisetta
 So parlarvi ancor io; mi fido ancora
 d’inviluppar l’amico; quando viene
1110ei resterà confuso.
 Eugenia
                                    Oh molto bene!
 Lisetta
 Or non si perda tempo; io vado dentro.
 don Ferrante
 Ed io pure vo’ far la parte mia,
 voglio vestirmi da notaro e teco
 farò anch’io la finzion.
1115Avviati mio ben.
 Lisetta
                                  Dentro v’aspetto. (Entra)
 don Ferrante
 Non parlar cameriera, bada bene
 non sconvoglier l’imbroglio.
 Eugenia
                                                     Io sarò muta.
 don Ferrante
 Or vado e mando Franceschino tosto
 a far questo servizio.
 Eugenia
                                         Sì signore.
 don Ferrante
1120(Che imbroglio esser ci vuole
 tra il giudice, il notaro ed il dottore). (Parte)
 Eugenia
 Andate e se succede
 qualche sciagura, io non m’intrico affatto,
 oprerò con giudizio e se rimiro
1125turbarsi il mar, nel porto io mi ritiro.
 
    Se vede il ciel turbato
 quel pastorel sagace,
 raccoglie il gregge amato
 e alla capanna in pace
1130le boscarecie avene
 fa lieto risuonar.
 
    Se mal da ciò n’avviene
 saprò sicuro in porto,
 come il nocchier accorto,
1135il legno ritirar.