Il pazzo glorioso, Venezia, Fenzo, 1753

Assente nell'edizione Zatta Frontespizio
 SCENA VII
 
 CAMILLO, PASQUARIELLO, poi BERENICE
 
 Camillo
 Con sua licenza, dica...
 Pasquariello
                                            Parlaremo,
 non posso per adesso darvi udienza,
 perché adesso ho da far; con sua licenza.
 Camillo
295Quant’è scaltro costui ma Berenice
 ne viene. A te mia vita
 offro col cuore...
 Berenice
                                E sempre vuoi Camillo
 con le parole istesse
 tormentarmi così?
 Camillo
                                     Tormento chiami,
300con sua licenza, oh cara, un picciol foco
 dell’ardente mio amor? Oh dei se brami
 che più non ti tormenti, di’ che m’ami.
 Berenice
 (Quant’è importun).
 Camillo
                                         Tu sai...
 Berenice
                                                          So che t’accendi
 per me d’un dolce amor; so che mutasti
305condizion per me; so che occultando
 il tuo natal nella mia casa stai
 fingendo il camerier.
 Camillo
                                         Tutto non sai.
 Berenice
 Che mi resta a saper?
 Camillo
                                           Che da te sola
 la mia vita dipende e incontro a morte
310per te sola n’andrò, bella, se nieghi
 alla mia servitude ed al mio amore
 quella grata mercé che brama il cuore.
 Berenice
 Deh se m’ami Camillo
 cessa d’importunarmi.
 Camillo
                                            Ed il mio amore?
315Fa’ che speme il fomenti. Ah la speranza,
 per altri è di consuolo,
 per me caggione è sol d’affanno e duolo.
 
    Con darmi o dio speranza
 l’avvanza il mio martir.
320Consola è ver la speme
 tra’ lacci il priggionier;
 ma al cuor che per te geme
 dà pena e fa languir.
 
    Ravviva e dà costanza
325a un cor ch’è fra le pene
 m’a me mio ben trattiene
 la pace ed il gioir. (Parte)