Il pazzo glorioso, Venezia, Fenzo, 1753

Assente nell'edizione Zatta Frontespizio
 SCENA III
 
 Cortile in casa di don Ferrante.
 
 PASQUARIELLO con un scatolone appeso davanti pieno d’istorie, carte, libri di romanzi con violino alle mani. LISETTA con tamburo fornito di gnacchere e sonagli da vagabondi canta istorie con un gobbo che porta il di lor bagaglio al collo. Uno che suona il violoncello, un altro l’amandola, altro la chitarra
 
 Lisetta
 Per dove c’innoltriam?
 Pasquariello
                                            Cammina e zitto.
 Lisetta
100Maledetta mia sorte che m’ha indotto
 per tue birbanterie a gir vagando
 così pel mondo.
 Pasquariello
                                E v’è più bella vita
 di questa qui?
  Lisetta
                              Che vita saporita!
 Che bravo galantuomo!
 Pasquariello
105Che ne vuoi dire?
 Lisetta
                                    Un ch’a mangiare e bere
 ha consumato il tutto all’osteria.
 Pasquariello
 E ben così si stava in allegria.
 Lisetta
 Uno che s’ha venduto il letto ancora.
 Pasquariello
 Così tu ti levavi più a bonora.
 Lisetta
110Un uom geloso senza discrezione.
 Pasquariello
 Segno che me n’hai data l’occasione.
 Lisetta
 E quale?
 Pasquariello
                    Non più chiacchere, cantiamo.
 Su via sier mappamondo,
 bella figura che la gente incanta, (Al gobbo)
115allegri qui suoniamo. Animo, canta. (A Lisetta)
 Per far correr la gente anche lontana,
 canta una canzonzina veneziana.
 Lisetta
 
    Coss’è sior canapiolo,
 cossa voleu da mi?
120Torné doppo tre dì
 che no ve vedo.
 
    Andé che no ve credo,
 torné do ve sé sta,
 torné dalle petegole,
125andé ch’in tante fregole
 ve mando a far squartar.
 
    Sior scartozin de pevere
 più bezzi no gh’avé
 e per questo torné
130da Momoletta.
 
    Ma chi la fa l’aspetta,
 torné dove sé sta,
 torné dalle petegole,
 andé ch’in tante fregole
135ve mando a far squartar.