I bagni d’Abano, Venezia, Fenzo, 1753

Vignetta Frontespizio
 SCENA IX
 
 LUCIANO, poi LISETTA
 
 Luciano
 Oh! Causa la paura
 che costei se n’andò. Pareami allora
 di star bene vicino a quel visetto.
 Ora mi torna mal; ritorno in letto. (Va nel letto, come era prima)
 Lisetta
765Che diavol di vergogna,
 tutti son spaventati
 per paura del diavolo. Ma io
 di lui non ho paura; affé se torna
 vuo’ spennacchiarlo e rompergli le corna.
 Luciano
770Lisetta. (Caccia fuori la testa dalle cortine e la ritira)
 Lisetta
                  Chi mi chiama? (Guardando qua e là)
 Luciano
 (Voglio farle paura).
 Lisetta. (Come sopra)
 Lisetta
                  Chi mi vuole?
 Luciano
 Bu, bu, bu, bu. (Fa il cane nascosto nel letto)
 Lisetta
                               Cagnaccio,
 dove sei? Vien fuori.
775Certo non mi spaventi,
 se avesti cento diavoli nei denti.
 Ma dove mai sarà? (Cercandolo)
 Luciano
                                       Lisetta. (Mette fuori la testa e la ritira)
 Lisetta
                                                       Zitto.
 La voce vien di qui, che sia nascosto
 sotto quel letto? Vuo’ veder. (Guarda sotto il letto)
 Luciano
                                                      Lisetta. (Come sopra)
 Lisetta
780Zitto, la voce è qui.
 S’è qualche diavolone
 io lo farò andar via con un bastone. (Prende un bastone che trovasi nella stanza)
 Luciano
 È andata via? (Caccia fuori la testa)
 Lisetta
                             Se torna!
 Luciano
 Eccola. (Ritira il capo)
 Lisetta
                 Vuo’ vedere...
 Luciano
                                            Bu, bu, bu.
 Lisetta
785T’ho inteso. Or son da te;
 prendi, brutto cagnaccio. (Dà delle bastonate a Luciano coperto dalle cortine)
 Luciano
                                                 Oimè, oimè.
 Lisetta
 Questa è voce d’un uom. Chi mai sarà?
 Voglio veder chi è. (Scopre il letto)
 Luciano
                                      Per carità. (Si raccomanda)
 Lisetta
 Bravo, signor Luciano,
790dovevate tacere ancora un poco,
 se goder volevate un più bel gioco.
 Luciano
 Vi son bene obbligato. (S’alza dal letto e scende)
 Lisetta
 Non siete più ammalato?
 Mi rallegro con voi.
 Luciano
                                      Ah che purtroppo
795sono pien di malani. Oh dei! Non so
 se persin questa sera io viverò.
 Vado, ma no; vorrei
 restar con voi... Ma sento...
 Voi mi date contento. Ohimè non so...
800Fra il restare e il partir ci penserò.
 
    Quel dolce visetto,
 quell’occhio furbetto
 il core nel petto
 mi fa intenerir;
 
805   la medica tu sei
 di tutti i mali miei,
 vorrei e non vorrei
 partir e non partir.
 
    Mio caro tesoro
810vi bramo, v’adoro,
 porgete ristoro
 a tanto languir.
 
    Con te giubilerei,
 con te risanerei,
815vorrei e non vorrei
 partir e non partir. (Parte)