Candace, Venezia, Rossetti, 1740

Assente nell'edizione Zatta Frontespizio
 SCENA XII
 
 Regia.
 
 CANDACE, EVERGETE creduto Lagide e LAGIDE creduto Aulete
 
 LAGIDE
 Deh real genitrice,
 questo ostinato amore a me non tolga
1150la gloria di morir fra le tue braccia
 col mio gran nome d’Evergete in fronte.
 M’è peggiore che morte
 d’esser figlio al tiran gl’ignobil sorte.
 EVERGETE
 Eh madre in me discopri
1155delle viscere tue l’illustre parto,
 Amasi tremerà solo al gran nome
 del suo sovrano.
 CANDACE
                                È intempestivo ancora
 questo vostro desio; verrà quel tempo
 ch’estinto il fier tiranno
1160vi scoprirò l’industrioso inganno.