I bagni d’Abano, Venezia, Fenzo, 1753

Vignetta Frontespizio
 SCENA VIII
 
 RICCARDO e detti
 
 Riccardo
 Deh, signora, venite.
265La mensa è preparata.
 Tutti attendono voi.
 Violante
 Andate, io verrò poi.
 Riccardo
 Anzi vi attenderò, se mi è permesso.
 Rosina
 (Son pieni tutti due del male istesso).
 Violante
270Vi prego... Andate innanzi. (A Riccardo)
 Rosina
                                                    (Oh bella cosa!
 Una vedova fa la vergognosa).
 Riccardo
 (Ah Violante per me non sente amore).
 Violante
 (Voglio meglio scoprire il di lui cuore).
 Rosina
 (Ambi mi fan pietà). Signora mia,
275volete che gli dica
 qualche cosa per voi? (Piano a Violante)
 Violante
                                           Ma io... credete...
 Certamente non amo...
 Rosina
 Eh non state a negar. Già c’intendiamo.
 Violante
 (Costei mi fa arrossir).
 Rosina
                                             Signor Riccardo
280ditemi in confidenza,
 come sta il vostro cor qui per l’amica?
 Riccardo
 Che volete ch’io dica...
 Io sono ammiratore...
 delle virtudi sue.
 Rosina
285Che siate bastonati tutti due.
 Con me si parla schietto.
 Lo vedo quell’occhietto.
 Conosco le parole, intendo i motti.
 Mostrate d’esser crudi e siete cotti.
 Violante
290Ma che vorreste dir?
 Rosina
                                         Niente.
 Riccardo
                                                         Parlate.
 Rosina
 Se di me vi fidate
 qualche cosa dirò di vostro gusto.
 Violante
 V’ascolto con piacer.
 Riccardo
                                        Son qui da voi.
 Rosina
 Ma non vorrei che aveste
295suggezion l’un dell’altro.
 Riccardo
                                               Non v’è dubbio;
 quando ci siete voi non ho timore.
 Violante
 Superar voi mi fate ogni rossore.
 Rosina
 Bravi. M’avete preso,
 miei garbati signori,
300per mezzana gentil de’ vostri amori?
 Violante
 Oibò...
 Riccardo
                Che dite mai?...
 Rosina
                                               Venite qui,
 voglio fare per voi quel che vorrei
 che facesser per me gl’amici miei.
 
    Cari, venite qua.
305Zitto, badate a me.
 Un certo non so che
 so che penar vi fa.
 
    Voltatevi qui.
 Voi state così.
310Alzatte gl’occhietti...
 Furbetti, furbetti,
 si vede, si sa
 che state languendo,
 chiedendo pietà.
 
315   Che dolce diletto
 provare nel petto
 la gioia d’amor!
 Brillate, godete,
 ridete di cor. (Parte)