I bagni d’Abano, Venezia, Fenzo, 1753

Vignetta Frontespizio
 SCENA VII
 
 ROSINA, poi VIOLANTE
 
 Rosina
 Oh povero ranocchio,
220quanto lo compatisco!
 Ma se starò con esso in compagnia,
 farò passargli la malinconia.
 Violante
 Amor, tu mi tormenti
 né speranza mi dai d’esser felice.
 Rosina
225Signora mia, se lice
 domandarvi una cosa,
 che avete che sembrate esser dogliosa?
 Violante
 Ho il mal che mi tormenta.
 Rosina
 E che male si chiama?
 Violante
                                            Oh dio! Nol so.
 Rosina
230Che sì, che se ci penso io vel dirò!
 Violante
 Siete medica forse?
 Rosina
                                       Oh sì signora,
 son tre anni che sento
 il medico parlare. Abbiamo insieme
 fatte sperienze sulla pelle altrui
235e son giunta a saperne quanto lui.
 Violante
 È dotto?
 Rosina
                   È un uom di garbo.
 Guarda con attenzion l’orina e il vaso.
 Scrive con l’arte e lascia fare il caso.
 Violante
 Sinor codesti bagni
240non mi fanno alcun bene. Ah che al mio male
 il remedio non v’è.
 Rosina
 Rispondete, signora, un poco a me.
 Quant’è che avete mal?
 Violante
                                             Due anni or sono...
 Rosina
 E non sono due anni
245che morto vi è il marito?
 Violante
 È ver.
 Rosina
               Signora mia, già v’ho capito.
 Violante
 Non è la vedovanza
 che mi faccia languir.
 Rosina
                                          Sarà l’amore.
 Come state nel cuore?
 Violante
250Oimè!
 Rosina
                Voi sospirate?
 Ho inteso. So perché siete ammalata.
 Voi poverina siete innamorata.
 Confessatelo a me; tutt’è lo stesso.
 Lo conosco; lo so.
 Violante
                                  Sì, lo confesso.
 Rosina
255Confidatevi in me.
 Parlate e non temete.
 Femina di buon cor mi troverete.
 Violante
 Pria di svelar la fiamma,
 onde mi cruccio ed ardo...
 Rosina
260Ecco il signor Riccardo.
 Violante
 Oimè!
 Rosina
                Venite rossa?
 Voi sospirate, avendolo veduto?
 Signora, il vostro mal l’ho conosciuto.