I bagni d’Abano, Venezia, Fenzo, 1753

Vignetta Frontespizio
 SCENA VI
 
 LUCIANO, poi ROSINA
 
 Luciano
160E mi lasciano solo?
 Ahi mi manca il respiro. (S’alza)
 Chi è di là? Chi m’aita?
 Rosina
 Chiamate?
 Luciano
                        (Oh che beltà! Ritorno in vita).
 Rosina
 Cosa avete, signor?
 Luciano
                                      Mi passa un poco.
165Mi sentia venir male.
 Rosina
 V’abbisogna un cordiale?
 Luciano
                                                 Sì, ma presto.
 Rosina
 Un cordiale di corda è pronto e lesto.
 Luciano
 Mi burlate?
 Rosina
                         Su via, venite a pranso.
 Suonato è già del campanin l’invito.
 Luciano
170Perduto ho l’appetito.
 Il calor naturale è andato via.
 Rosina
 Con buona grazia di vusignoria. (Vuol partire)
 Luciano
 Dove andate?
 Rosina
                            Signore,
 voi mi fate venire il mal di core.
 Luciano
175Ed io stando con voi,
 par che mi senta minorar il male.
 Voi mi fate più ben d’ogni cordiale.
 Rosina
 (Se credessi far bene i fatti miei...
 Se dicesse davver, lo guarirei).
 Luciano
180Ah la gran bella cosa è la salute!
 Rosina
 Ma voi, che male avete?
 Luciano
 Oh cielo! Non vedete?
 Non vedete che faccia trista e rossa?
 Rosina
 Il rosso è una bellezza.
 Luciano
185Segno è di tisichezza.
 Rosina
                                          Oh quest’è bella!
 Tisico voi? Oh che vi porti l’orco.
 Se siete grasso che parete un porco.
 Luciano
 Questa grassezza mia
 tende all’idropisia.
 Rosina
                                     Quand’è così,
190non voglio star più qui.
 Luciano
                                             Però non sento
 del ventre ancor timpanica la pelle.
 Rosina
 Siete pien di malanni e di schinelle.
 Luciano
 È ver, ma guarirò.
 Rosina
                                    Se foste sano,
 in verità, signore,
195voi potreste dispor de’ fatti miei.
 Luciano
 Se mi voleste ben, risanarei.
 Rosina
 Ma io non son sì pazza
 un cadavere amar, vorrei vedervi
 lesto, forte, robusto,
200allegro e di buon gusto e allora poi
 tutto questo mio cor saria per voi.
 Luciano
 Animo, vada via
 questa malinconia.
 Parmi d’esser cangiato.
205M’hanno que’ begl’occhietti risanato.
 
    Vuo’ star allegramente.
 Non vuo’ pensar a niente,
 mi sento giubilar...
 
    Oimè la testa mia!
210La camera va via
 e parmi di mancar...
 
    No no, non sarà niente,
 vuo’ star allegramente
 e non ci vuo’ pensar.
 
215   Oimè! Che gran dolore!
 Il povero mio core...
 No no, non sarà niente,
 mi sento giubilar. (Parte)