La calamita de’ cuori, Venezia, Fenzo, 1753

Vignetta Frontespizio
 SCENA III
 
 ALBINA, poi GIACINTO
 
 Albina
 Poss’io soffrir di più? La mia rivale
555di me gioco si prende,
 l’amante per amor scherni mi rende?
 Giacinto
 
    E viva Rosabella,
 lo dice in sua favella
 quell’arbuscello ancor.
560E l’erbe, i frutti, i fior.
 
    E gl’augelletti
 e i ruscelletti
 e i cani e i gatti
 e i savi e i matti.
 
565   Va tutto il mondo dicendo così:
 «Viva la bella che il cor mi ferì».
 
 Albina
 Voi pur siete invaghito
 della bella straniera?
 Giacinto
 In lei sola il mio cor giubila e spera.
 Albina
570Ma in lei sola sperando
 vi anderete ingannando.
 Giacinto
                                               Oh dei! Perché?
 Albina
 Nel suo cor non v’è fé, non v’è costanza.
 Voi gettate l’amore e la speranza.
 Giacinto
 Non lo credo, non è, non sarà mai,
575son di fé testimonio i suoi bei rai.
 Albina
 Fidatevi ma intanto
 Armidoro di lei mostra un invito
 e si vanta il più caro e il più gradito.
 Giacinto
 Armidoro mendace!
580Ecco l’invito è mio,
 il più caro alla bella sono io. (Mostra ad Albina un foglio)
 Albina
 Ebbe un foglio simil anco Armidoro
 e stassera destina,
 per supperar tutti i rivali amanti,
585offrirle un’armonia di suoni e canti.
 Giacinto
 Cantin, suonino pur, ballino ancora,
 Bellarosa m’adora;
 e il mio spirito grande e i miei talenti,
 per piacere al mio ben, faran portenti.
 Albina
590Possibile che tutti
 siate ciechi così che non vedete
 che il tempo dietro lei, pazzi, perdete?
 Ella tutti vi adesca,
 non vi cura nessun, di tutti ride
595e reputa per gloria
 poter coi scaltri simulati amori
 sfidar Cupido e trionfar de’ cuori.
 Ma da lei non si prenda
 d’oltraggiar argomento il sesso nostro,
600che più infedele il vostro e più scortese
 suol l’affetto pagar con onte e offese.
 
    Si vanta, si dice
 che sia menzognero
 un sesso infelice
605che merta pietà.
 
    E allorché l’inganna
 l’amante mendace,
 si vide, si tace
 la sua crudeltà.
 
610   Ingiusta è la legge,
 spiacevole a’ dei,
 che pari alli rei
 la pena non dà. (Parte)