La calamita de’ cuori, Venezia, Fenzo, 1753

Vignetta Frontespizio
 SCENA V
 
 PIGNONE e detta
 
 Pignone
 (Ecco la mia diletta!) (Da sé)
 Bellarosa
                                          (Ecco l’avaro). (Da sé)
 Pignone
 (Amo, adoro costei quanto il denaro). (Da sé)
 Bellarosa
 Serva, signor Pignone.
 Pignone
125Son vostro servitore.
 Bellarosa
                                        E mio padrone.
 Pignone
 Che fate qui soletta?
 Bellarosa
                                        Un certo conto
 facea col mio cervello
 per veder quanto danno
 fan le spese minute in capo all’anno.
 Pignone
130Oh figlia, la rovina
 del povero paese
 son le superflue spese.
 Il tabacco, il caffè, la cioccolata
 e altre piccole spese quotidiane
135di chi non ha giudizio
 forman a poco a poco il precipizio.
 Bellarosa
 Io sempre in vita mia
 studiai la economia.
 Pignone
                                        Brava, bravissima.
 Bellarosa
 E son dello scialaquo inimicissima.
 Pignone
140(Oh che bella occasione
 è questa per Pignone!) (Da sé)
 Bellarosa
                                             Ehi, sentite;
 con un capitaletto
 di cinquanta ducati
 sedeci in mesi tre n’ho guadagnati.
 Pignone
145Sedeci in mesi tre sopra cinquanta?
 Se fosser stati cento
 sarebber trentadue;
 quattro via trentadue fa centoeotto.
 Più del cento per cento? Oh che bel vanto!
150Io non son giunto a guadagnar mai tanto.
 Bellarosa
 Credetemi che ho testa...
 Pignone
                                                In confidenza,
 prendereste marito?
 Bellarosa
                                         E perché no?
 Pignone
 E come lo vorreste?
 Bellarosa
                                       Io non lo so.
 Pignone
 
    Figlia, badate a me;
155non vi seduca amor.
 Dell’oro lo splendor
 val più della beltà.
 
    E un uom di mezza età
 che sia così e così...
160Voi m’intendete sì,
 voi mi ferite il cor. (Parte)