I portentosi effetti della madre natura, Venezia, Fenzo, 1752

Vignetta Frontespizio
 SCENA XIII
 
 LISAURA, poi RUSPOLINA
 
 Lisaura
 Questa buona ragazza
 merta d’essere amata e mi rincresce
930che ad essa per errore
 recato i sensi miei abbian timore.
 Ma se vien Ruspolina... Eccola, indegna,
 la sua baldanza ad infierir m’insegna.
 Ruspolina
 Signora, siete voi
935che mi ha fatto legar?
 Lisaura
                                          Sì, quella io sono.
 Ruspolina
 Vi ringrazio di cor di un sì bel dono.
 Cosa ho fatto di male?
 Lisaura
                                           Sfacciatella,
 non ti ricordi la perduta agnella!
 Non ti sovvien dei vezzi
940fatti allo sposo mio?
 Ruspolina
                                       Oh caso strano!
 Ch’egl’era ha detto a me vostro germano.
 Ma non è sì gran colpa.
 Lisaura
                                             A viver bene
 apprendere dovresti
 dall’altra tua compagna pastorella.
 Ruspolina
945Apprendere da chi?
 Lisaura
                                       Da Cetronella.
 Ruspolina
 Oh sicuro; da lei
 qualcosa apprenderei.
 L’ho veduta più volte
 questa ragazza onesta
950con quel ch’è vostro sposo a testa a testa.
 Lisaura
 Con Ruggiero?
 Ruspolina
                              Non so come si chiama;
 ma so ben ch’egli l’ama
 e che l’ha regalata.
 Ma non voglio dir male...
 Lisaura
                                                Ah scellerata.
955E sa finger così? Guardie, ove siete? (Entrano le guardie)
 Cetronella prendete,
 serbatela in prigione a’ cenni miei.
 Ruspolina
 Io vado...
 Lisaura
                    E sia lo stesso di costei.
 
    Fra le tante amare pene
960che dal seno il cor divide
 è il tremar dell’alme infide,
 è l’amare e il sospirar.
 
    Donne infeste all’altrui bene
 che rapite i cori altrui,
965non sarò più qual io fui
 compiacente a tollerar. (Parte)