I portentosi effetti della madre natura, Venezia, Fenzo, 1752

Vignetta Frontespizio
 SCENA IV
 
 RUGGIERO e CALIMONE
 
 Calimone
 Ah signor, che faceste?
 Ruggiero
                                            Or non è tempo
 d’usar più la pietà. Se non distruggo
 questo sangue nemico o nol disperdo,
650le mie ragioni al principato io perdo.
 Libero è Celidoro,
 va crescendo Dorina, è necessario,
 per stabilir mia sorte,
 ch’una in carcere vada e l’altro a morte.
 Calimone
655(Oh, che cuor di leon!)
 Ruggiero
                                            Voi, Calimone,
 voi che qual vostra figlia
 col nome di Dorina
 Rosimira allevaste,
 voi che in carcer serbaste
660Celidoro finora a’ cenni miei,
 sciolto alfin dagli dei,
 voi, per cui son de’ stati miei l’erede,
 attendete da me premio e mercede.
 Calimone
 (D’un tiranno crudel sprezzo i favori).
 Ruggiero
665(Egli il premio averà de’ traditori).
 
    Sarai felice,
 sarai contento,
 se aver mi lice
 senza spavento
670l’intero frutto
 della tua fede,
 se in te non cede
 la fedeltà.
 
    Ma se tradirmi
675pensassi mai,
 di man fuggirmi
 no non potrai.
 De’ miei nemici
 saprò schernire,
680saprò punire
 l’infedeltà. (Parte)