I portentosi effetti della madre natura, Venezia, Fenzo, 1752

Vignetta Frontespizio
 SCENA IX
 
 CETRONELLA colla rocca e detto
 
 Cetronella
 
    Tornato è il sole, non tuona più;
 le pecorelle van su e giù.
 
270   Pascendo vanno di qua e di là,
 godendo vanno la libertà.
 
 Celidoro
 Qual voce! Qual incanto
 che mi penetra il cor!
 Cetronella
                                          Pascete agnelle
 con i vostri agnellini in compagnia.
275Consolatevi pur la notte e il dì,
 che anch’io quando potrò farò così.
 (Chi è colui che mi guarda attento e fiso?)
 Celidoro
 (Oh dei! Che vago viso!
 Che vezzosa beltà!
280Qualche nume sarà dal ciel calato).
 Cetronella
 (Agl’occhi miei non mi rassembra ingrato.
 Ma non l’ho più veduto).
 Celidoro
 Ah mio nume celeste... (Corre verso Cetronella)
 Cetronella
                                             Aiuto, aiuto. (Si ritira con timore)
 Celidoro
 Mirate a’ vostri piedi
285prostrato Celidoro;
 nume del ciel, la grazia vostra imploro.
 Cetronella
 (Prendo un po’ di corraggio). Ma, signore,
 io non sono una dea; sono una donna.
 Celidoro
 Donna voi? (S’alza con giubilo)
 Cetronella
                         Sì signore.
 Celidoro
290Ah me lo disse il core.
 Voi la metà preziosa
 siete dell’uom. Voi la gentil compagna,
 destinata da Giove a starci accanto.
 Aimè qual dolce incanto
295esce dagl’occhi vostri; ah, ch’io mi sento
 misto il cor di dolcezza e di tormento.
 Cetronella
 Che! Non avete mai
 altro viso di donna ancor veduto?
 Celidoro
 No, che m’hanno tenuto
300chiuso finor con barbara fierezza;
 oh che volto! Oh che labbro! Oh che bellezza!
 Cetronella
 Poverin! Che peccato!
 V’han tenuto serrato.
 Celidoro
                                         Ah non credea
 che si dessero al mondo
305in un viso mortal sì vaghi rai.
 Cetronella
 Ne vedrete di me più belle assai.
 Celidoro
 No, di veder non curo
 altra maggior beltà. Voi m’accendete
 e voi sola dovete
310in questo istesso loco
 porger qualche ristoro a tanto foco.
 Cetronella
 Che vorreste da me?
 Celidoro
                                         Non so. Mi sento
 sconosciuto desio per voi nel core.
 Sento che il nuovo ardore
315voi consolar potete;
 ma come non so dir; voi lo saprete.
 Cetronella
 Eh si vede che siete
 delle leggi, sinor, poco istruito.
 Sol tra moglie e marito
320è lecito, signore,
 accendere e smorzar del sen l’ardore.
 Celidoro
 Voi l’avete il marito?
 Cetronella
                                         Signor no.
 Celidoro
 Dunque io quello sarò...
 Cetronella
                                              Ma perdonate...
 Celidoro
 Son vostro, siete mia, non repplicate.
 Cetronella
325Eh non basta così.
 Celidoro
                                    Ditemi, presto,
 che cosa deggio fare?
 Cetronella
                                         Ai miei parenti
 domandar mi dovete.
 Celidoro
                                          Io non ho tempo
 di cercare i parenti e in questa cosa
 che si deve accordar fra voi e me
330d’altra gente bisogno ora non c’è.
 Cetronella
 Non va bene, vi dico.
 Celidoro
                                         Ah, ch’io pavento
 che non siate una donna. Io non ho letto
 che femmina gentil in verde etate
 si facesse pregar come voi fate.
335No che donna non siete... Eppur nel petto
 sento crescer l’affetto.
 Questa smania non so che cosa sia.
 Cetronella
 Sapete che cos’è?
 Celidoro
                                   Che?
 Cetronella
                                               Una pazzia.
 Celidoro
 Pazzo a me? Giuro al cielo!
340Farò veder s’io son amante o stolto...
 Ma perdono l’ingiuria a quel bel volto.
 Cetronella
 (Affé sono imbrogliata).