I portentosi effetti della madre natura, Venezia, Fenzo, 1752

Vignetta Frontespizio
 SCENA II
 
 CALIMONE e POPONCINO
 
 Poponcino
35Ahimè!
 Calimone
                  Dove ten vai?
 Poponcino
                                             Fuggo a dritura,
 che mi sento morir dalla paura.
 Calimone
 Hai paura! Di che? Fermati, aspetta.
 Poponcino
 Tremo che non mi colga una saetta.
 Calimone
 Dove pensi celarti
40che non possa arrivarti il cielo irato?
 Quando Giove sdegnato
 vuol che un reo sia distrutto,
 con i fulmini suoi giunge per tutto.
 Poponcino
 Ma la natura insegna
45fuggir quando si può. Qui siam soggetti
 all’acqua, al vento, ai fulmini, ai baleni;
 potremo ritrarci
 dentro di quella torre e ripararci.
 Calimone
 Sai pur che colà dentro
50ad altri fuor che a me passar non lice.
 Poponcino
 Chi è mai quell’infelice
 che là dentro si chiude in quel serraglio,
 dove penetra il sol per un spiraglio?
 Calimone
 Io soltanto lo so, sol io lo vedo,
55io che il cibo gli reco
 e mi fermo talora a parlar seco.
 Poponcino
 Stupisce ognun che un uomo si rinchiuda
 con tanta gelosia
 né si possa saper chi diavol sia.
 Calimone
60Misera umanità! Senza sua colpa
 è quel meschino in prigionia venuto,
 per cagion d’un tiranno...
 Poponcino
                                                 Aiuto, aiuto. (Scopia un fulmine, il quale percote nella torre e ne precipita una parte. Poponcino atterritto fugge)