Le virtuose ridicole, Venezia, Bettinelli, 1752

Vignetta Frontespizio
 SCENA V
 
 MELIBEA e detti
 
 Melibea
 
1195   Istorie voglio leggere,
 istorie voglio scrivere,
 istorie voglio vendere.
 Ridete? Signorsì.
 Istorie voglio vendere
1200e voglio dir così.
 
    «L’istoria di Liombruno
 e quella di Fiorino,
 Bertoldo e Bertoldino»;
 e voglio gridar forte:
1205«E l’istorie di tutte le sorte».
 
 Pegasino
 (Sentite?) (A Gazzetta)
 Gazzetta
                       (Di sanarla
 l’impegno sarà mio). (A Pegasino)
 Pegasino
 (No; questa volta vuo’ principiar io). (A Gazzetta)
 Melibea
 (Parlano tra di loro; io giocherei
1210che qualche poesia
 van fra loro tessendo in lode mia).
 Pegasino
 (State a vedere. Invano
 io non opero mai). (A Gazzetta)
 Melibea
 Pastor, dove ten vai? (A Pegasino)
 Pegasino
                                          Zitto, non voglio
1215mi chiamate pastor. Son Pegasino;
 se volete esser mia,
 avete da lasciar ogni pazzia.
 Melibea
 Farò come volete. (Mortificata)
 Pegasino
                                    (Eh cosa dite? (Piano a Gazzetta)
 Colle donne parlar così conviene).
 Gazzetta
1220(Un tantinin di gelosia mi viene).
 Pegasino
 Dite, siete disposta
 a fare a modo mio? (A Melibea alterato)
 Melibea
 Quel che vorrete voi vorrò ancor io.
 Pegasino
 Sentite? (A Gazzetta)
 Gazzetta
                    Mi consolo. (Con ironia)
 Pegasino
1225Voi dovrete a me solo
 obbedire, gradire e tralasciare
 i poeti, i pastori
 che non hanno a che far niente con noi.
 Melibea
 Io farò quel che comandate voi.
 Pegasino
1230Va bene? (A Gazzetta)
 Gazzetta
                      (Va malissimo). (Da sé arrabbiato)
 Pegasino
 (Vi par che sia cangiata?)
 Gazzetta
 (L’avete bravamente superata).
 Melibea
 Sì, Pegasino mio,
 d’obbedirvi prometto
1235e vel confermerò con un sonetto.
 Gazzetta
 Ah? (Verso Pegasino)
 Pegasino
            Non voglio sonetti,
 non voglio poesie.
 Melibea
 Come? Che dite?
 Pegasino
                                   A monte le pazzie.
 Melibea
 Oh muse bestemiate!
1240Oh Eliconia schernito! Oh Apollo offeso!
 Gazzetta
 Amico, come va? (A Pegasino)
 Pegasino
                                   M’avete inteso? (A Melibea)
 Se avete ad esser mia,
 vogl’essere obbedito e lo protesto.
 Melibea
 In altro signorsì ma non in questo.
 Gazzetta
1245(Saldi, amico). (A Pegasino)
 Pegasino
                               Cospetto!
 L’intendo a modo mio.
 Melibea
 Sapete chi son io?
 Io sono Melibea,
 figlia di Melibeo,
1250discendente da Orfeo
 che anco le bestie dilettar solea;
 e se dei versi miei
 piacer voi non avete,
 delle bestie d’allor più bestia siete.
 Gazzetta
1255(Oh come è rassegnata?) (A Pegasino)
 Pegasino
                                                 Orsù già vedo
 che rimedio non c’è. Vi lascio. Addio.
 Se siete pazza voi, non lo son io.
 Per poco ho secondato
 il vostro umor bizzarro
1260ma quando poi mi deggio maritare...
 
    Ci voglio pensare,
 non voglio impazzir.
 L’intendo così,
 non fate per me.
1265Il male sta qui,
 rimedio non c’è. (Fa cenno a Gazzetta che Melibea ha il capo offeso)
 
    Per spasso si può
 ma sempre poi no.
 Cantar qualche volta
1270si puole, gnorsì.
 Ma sempre così?
 Andate, non fate,
 signora, per me. (Parte)