Le virtuose ridicole, Venezia, Bettinelli, 1752

Vignetta Frontespizio
 SCENA XIII
 
 MELIBEA, ARMONICA, PEGASINO e GAZZETTA, poi ser SACCENTE
 
 Armonica
 Graziosa Melibea,
 arcadica, febea,
995a voi mi raccomando.
 Melibea
                                          E che bramate?
 Armonica
 Vorrei, se vi degnate,
 essere ammessa anch’io,
 siccome ser Saccente mi propose,
 nell’accademia delle virtuose.
 Melibea
1000Sì sì, vi ammetteremo
 e la nostra patente vi daremo.
 Pegasino
 Orsù, donna vezzosa
 e mia futura sposa,
 vi ricordate voi di avermi detto:
1005«Voglio, per soddisfarmi,
 con qualche idea poetica sposarmi»?
 Melibea
 È ver, me lo ricordo.
 Pegasino
                                        Ora vedrete
 cosa per voi farò...
 Gazzetta
                                    Pazzo voi siete. (A Pegasino)
 Il cor di Melibea
1010solo prova per me d’amore il caldo.
 Ella è Armida amorosa ed io Rinaldo.
 Pegasino
 A voi punto non bado;
 vedrete Melibea
 se ho poetica idea,
1015s’io son fra’ vati un inventor valente.
 (Spero farà da uomo ser Saccente). (Da sé)
 Gazzetta
 Ma io, che so la storia
 tutta, tutta a memoria,
 saprò favoleggiar meglio di te.
1020(Ser Saccente gentil farà per me). (Da sé)
 Melibea
 Bravi, bravi, bravissimi,
 mi siete ambi carissimi.
 Farò con l’uno e l’altro il matrimonio.
 Armonica
 Ed io vi servirò di testimonio.
 Pegasino
 
1025   Vieni, vieni, biondo Apollo
 coll’aurata cetra al collo.
 La tua dea Melibea
 vieni, vieni a consolar.
 
 Gazzetta
 
    Vieni, vieni, dio del giorno,
1030coi bei raggi il viso adorno,
 fra i strumenti, fra i concenti,
 vieni, vieni a giubilar.
 
 a quattro
 
    Vieni, vieni, biondo nume,
 col tuo lume e non tardar. (A suono di sinfonia scende ser Saccente, vestito da Apollo colla cetra e con seguito di poeti inghirlandati, ognuno de’ quali porta un instrumento musicale in mano e due corone)
 
 ser Saccente
 
1035   Fidi amanti che costanti
 implorate il mio favor,
 già discendo e v’accendo
 di febeo possente ardor.
 
 Melibea, Pegasino, Gazzetta, Armonica a quattro
 
    L’alma ho ripiena
1040d’alto contento;
 ah! che mi sento
 brillare il cor.
 
 ser Saccente
 
    Io tocco la cetra;
 v’inspiro lo stile.
1045Del sesso gentile
 v’invito a cantar.
 
 Melibea, Armonica, Pegasino, Gazzetta a quattro
 
    Dov’è un istrumento?
 Dov’è un chittarone?
 Violino, violone,
1050spinetta, violetta,
 trombone, trombetta?
 Io voglio cantar;
 io voglio suonar.
 Non posso più star. (Quelli del seguito di ser Saccente distribuiscono a tutti un istrumento musicale, col quale cantando si accompagnano)
 
 ser Saccente, Pegasino, Gazzetta a tre
 
1055   Vivan le donne,
 viva il bel sesso,
 per cui professo
 tutto l’amor.
 
    Pera chi dice
1060che non han fede,
 chi in lor non crede
 sincero il cor.
 
 tutti
 
    Vivano i suoni,
 vivano i canti,
1065vivan gl’amanti,
 viva l’amor.
 
 Pegasino
 
    Via, signore, per favore
 le corone disponete
 con giustizia, con bontà.
 
 Melibea, Armonica a due
 
1070(La corona chi l’avrà?) (Ognuna da sé)
 
 Pegasino, Gazzetta a due
 
    (Melibea ne averà una.
 E quell’altra mia sarà). (Ognuno da sé)
 
 ser Saccente
 
    Ecco qui doppia corona;
 la più bella a te si dona,
1075che ben degna è sol di te.
 
 Pegasino, Gazzetta a due
 
 (E quell’altra fia per me). (Da sé)
 
 Melibea, Armonica a due
 
    E quell’altra a chi la date?
 
 ser Saccente
 
 Non lo so, ci penserò.
 
 Gazzetta, Pegasino a due
 
    Eh, signor, non ci pensate,
1080lo sapete, m’intendete.
 A chi tocca già si sa.
 
 ser Saccente
 
 A chi tocca si darà.
 
 Pegasino, Gazzetta a due
 
    Son qua io, Febo mio.
 
 ser Saccente
 
 Ed Armonica l’avrà. (Dà la corona ad Armonica)
 
 Melibea, Armonica a due
 
1085   Mi piace, mi diletta,
 mi dà contento al cor. (Accompagnandosi coi loro strumenti)
 
 Pegasino, Gazzetta a due
 
    Flon, flon, la Girometta
 m’ha fatto un bell’onor.
 
 Melibea, Armonica, ser Saccente a tre
 
    Su su, che cosa avete,
1090siete di malumor?
 
 Pegasino, Gazzetta a due
 
    (Convien dissimulare
 per ora il batticor).
 
 a cinque
 
    Torniamo in allegria,
 diciamo in compagnia:
 
1095   «Vivano i suoni,
 vivano i canti,
 vivan gli amanti,
 viva l’amor».
 
 Fine dell’atto secondo