Candace, Venezia, Rossetti, 1740

Assente nell'edizione Zatta Frontespizio
 SCENA VIII
 
 LAGIDE credute Aulete con guardie e sudetti
 
 LAGIDE
 Mora Evergete! Intrepido riguardo
 tutto l’orror de la mia morte; il solo
670udir che dal tuo labbro, o mio Lagide,
 esca il fatal decreto
 urta la mia fortezza e disinganna
 il fasto mio che si credea maggiore
 d’ogni spavento.
 EVERGETE
                                 Aulete, io non tradisco
675le sacre d’amicizia
 venerabili leggi;
 servo gelosamente
 al mio dovere, a l’ora
 ch’io condanno Evergete e il condannarlo
680solo è degno di me; frena il cordoglio
 già del fatal decreto io segno il foglio. (Va a scrivere)
 AMASI
 Sì, condanni Lagide
 chi balzarlo dal trono avea in disegno.
 LAGIDE
 Scrivi, Lagide, un portentoso esempio
685d’amistà violata
 e con orrore il nostro mondo il vegga. (Dà il foglio ad Amasi e mentre questi il legge, egli va a sedere sotto il baldachino)
 EVERGETE
 Ciò che scrisse Lagide Amasi legga.
 AMASI
 «Con orror de le stelle
 per serbarti quel trono
690in cui ti trasse un parricidio enorme,
 empio tiranno e rio,
 oggi mora Evergete e quel son io».
 Che leggo?
 LAGIDE
                       Ahimé che sento!
 AMASI
 Lagide...
 EVERGETE
                   Eh traditor, prenditi il tuo,
695detestabile nome;
 sono Evergete; sono
 d’Aprio la prole eccelsa,
 il re d’ Egitto, il tuo
 formidabil nemico;
700tale mi espongo al tuo furor, in questa
 prova di mia fortezza,
 empio, ravvisa il grande
 carattere che in fronte
 m’han posto i numi, empio, la fede augusta
705de’ tuoi monarchi; via che tardi, spingi
 contro il tuo re le spade
 di questa che ti cinge orribil schiera
 o sino al più profondo del tuo core
 ribelle, io porterò la mia vendetta;
710eccomi, già ritorno
 ad ingombrar di me la real sede;
 qui vieni traditor e qui mi svena;
 condegna d’Evergete
 a la grande tragedia, ecco la scena.
 AMASI
715Qual sogno! Qual follia!
 LAGIDE
 Grande ma sventurato
 artificio d’amor, caro Lagide,
 s’altra via non avanza
 a la salvezza mia, la bella fronde
720troppo è infelice; eh rendi,
 rendimi il mio gran nome, ho un core anch’io
 che sa soffrir l’aspetto de la parca
 ed ho virtù per spaventarla ancora;
 in me tiranno, in me Evergete mora.
 AMASI
725Ah sì, l’arte ravviso
 d’un’amistà sacrilega; Lagide
 avrà dal padre offeso
 del folle ardir la pena. Aulete intanto,
 od Evergete ei sia,
730alla scure funesta
 d’un carnefice vil porti la testa.
 EVERGETE
 Fermati, o mostro; questo, (Balza dalla sedia e trattiene Amasi che partiva furioso)
 che tu spingi a la morte,
 egli è tuo figlio, a la real Candace
735credilo traditor; essa mel disse.
 LAGIDE
 Anzi per me suo figlio
 testé ella strinse.
 AMASI
                                  Aimé! Veggami tosto
 Candace. (Parte un soldato per chiamar Candace)
 EVERGETE
                     Il grande inganno
 sin da l’ora tessé che tu spingesti
740il feroce Tilame a la mia strage.
 LAGIDE
 Il figlio de l’estinta Agatoclea
 stringeasi al sen per ingannar lo sdegno
 del tuo ministro e me tra i freddi amplessi
 d’Agatoclea lasciò qual vile avanzo
745d’estinta madre.
 AMASI
                                 O cieli!
 LAGIDE
 Va’ felice tiranno,
 del tuo gran figlio ostenta,
 per sua gloria in Lagide,
 la sovrana virtude.
 EVERGETE
                                     Anzi in Aulete
750contro l’ire del cielo e de la terra
 vantati padre ed il tuo asilo afferra.