Le virtuose ridicole, Venezia, Bettinelli, 1752

Vignetta Frontespizio
 SCENA IV
 
 Camera.
 
 MELIBEA con un libro, poi GAZZETTA
 
 Melibea
 Oh! Che amor sfortunato!
 Oh che caso funesto e doloroso!
 Fra le istorie più belle
90quest’avrà il primo luogo,
 questa che in versi accenna
 l’amor per cui morì Paris e Vienna.
 Gazzetta
 Melibea, mia diletta.
 Melibea
 Mio grazioso Gazzetta.
 Gazzetta
95V’è passata la bile?
 Melibea
                                      Se mi amate,
 voi non avete a contradirmi. Io sono
 una donna che mai non parla invano,
 che parla ognor coll’istoria alla mano.
 Gazzetta
 Che leggete di bello?
 Melibea
                                         Oh se sapeste
100che dolor, che tormento
 sol per cagion di questo libro io sento!
 Gazzetta
 Per cagion di quel libro?
 Melibea
                                               Sì; qualora
 leggo di un fido amante
 qualche trista avventura,
105mi sento intenerir, piango a drittura.
 Gazzetta
 Dunque siete di cor tenero assai.
 Melibea
 Così non fossi.
 Gazzetta
                              E se v’intenerite...
 Melibea
 (Oh Vienna sfortunata!)
 Gazzetta
 E se v’intenerite per i morti...
 Melibea
110(Non ti privar di vita).
 Gazzetta
 Sarete anco pei vivi intenerita.
 Melibea
 (Ferma il braccio, crudele).
 Gazzetta
                                                    Cos’è stato?
 Melibea
 È morta Vienna ed è Paris svenato.
 Gazzetta
 Eh, che favole son; sono romanzi.
 Melibea
115Che romanzi? Che favole? Ignorante!
 Questa è un’istoria vera,
 scritta da man sincera;
 e tanto più la verità si stima
 quant’ella è scritta coll’ottava rima.
 Gazzetta
120Io dico...
 Melibea
                   Olà tacete;
 vi scaccierò, se mi contradirete.
 Gazzetta
 Eh, non vi contradico.
 È vero, anch’io lo dico.
 La storia è scritta da sincera penna.
125Sono due grandi eroi Paris e Vienna.
 Melibea
 Poveri sfortunati!
 Erano innamorati.
 Son di casa fugiti e mentre l’uno
 l’altra al fonte aspettava,
130ecco viene una fiera...
 E così quella fiera...
 ammazza uno di loro e l’altro poi...
 lascia le spoglie sue...
 Basta; alfin sono morti tutti due.
 Gazzetta
135Me ne dispiace assai.
 Melibea
 Non ho sentito mai
 una istoria più bella a’ giorni miei.
 Sentite il lor lamento;
 e se il core nel sen di carne avete
140ascoltate il suo pianto e poi piangete.
 
    «Vienna bella, Vienna cara»
 Paris dice, il poverino.
 «Vienna cara, Vienna bella»
 e la guarda un pocolino.
145«Vienna mia...» e poi sospira;
 «Vienna bella...» e poi delira;
 batte i piedi e batte il petto;
 chiama il diavolo e tra’ un cospetto
 e poi piange... E voi ridete?
 
150   Via piangete, Gazzetta, con me.
 Ah da ridere il caso non è.