Le pescatrici, Venezia, Bettinelli, 1752

Vignetta Frontespizio
 SCENA VIII
 
 LINDORO, poi NERINA
 
 Lindoro
670Alle parole, agl’atti
 sembrami che costei
 sia la donna protetta dagli dei. (Nerina con seguito e vagamente adornata scende dalla collina a suono d’allegri strumenti)
 Nerina
 
    Pescatori, pescatrici,
 a voi prego i dì felici.
675Io fra poco me n’andrò
 e lo scettro impugnerò.
 
    Voi ridete? Dite no?
 Lo vedrete.
 Sì lo scettro averò in pugno
680e sul grugno vel darò.
 
 Lindoro
 (Ecco ninfa gentile,
 a quell’altra nel brio tutta simile).
 Nerina
 (Ecco quel che può fare il mio destino).
 Lindoro
 Fanciulla il ciel vi salvi.
 Nerina
                                             A voi m’inchino.
 Lindoro
685Siete di questo loco?
 Nerina
                                        Signor no.
 Lindoro
 Dunque di dove siete?
 Nerina
                                            Io non lo so.
 Lindoro
 Ma dove siete nata?
 Nerina
                                       In questo mondo.
 Lindoro
 Il mondo è grande assai.
 Nerina
 Ma piccolo sinora io lo provai.
 Lindoro
690Posso io saper dove voi nata siete?
 Nerina
 Signor, quel ch’io non so voi mi chiedete.
 Lindoro
 Come qui vi trovate?
 Nerina
 Ci son per mia rovina.
 Lindoro
 Ditemi il nome vostro.
 Nerina
                                            Io son Nerina.
 Lindoro
695Ah Nerina voi siete?
 Nerina
 Forse mi conoscete?
 Lindoro
 Non siete voi germana a Frisellino?
 Nerina
 Tal sinora mi fece il mio destino.
 Lindoro
 Ed or?
 Nerina
                Ed ora io spero
700che dell’essere mio si scopra il vero.
 Lindoro
 Ma che scoprir si può?
 Nerina
                                            Ch’io quella sono
 che voi cercate per condurre al trono.
 Lindoro
 Qual ragion vi lusinga?
 Nerina
                                             È molto tempo
 che il cuor in petto io sento
705d’una vita vulgar mesto e scontento.
 Tutto mi rende noia,
 nulla mi dà piacere e solo quando
 odo parlar di scettri e di corone,
 di fasto e di grandezza,
710mi sento giubilar dall’allegrezza.
 Lindoro
 Ciò non basta figliuola.
 Nerina
 E poi son io la sola,
 se dir volete il vero,
 che abbia nel volto suo aria da impero.
715Quivi ciascuna è vile,
 non c’è un volto gentile,
 non c’è un poco di brio,
 non dico per vantarmi, come il mio.
 Lindoro
 Talvolta è vanità che ci lusinga.
 Nerina
720Il ciel non vuol ch’io finga.
 Sinor frenai lo sdegno.
 Soffersi un umil stato
 ma or, che al principato
 deesi condur l’erede naturale,
725non voglio col tacer farmi del male.
 Lindoro
 (Tanto franca è costei
 che s’io avessi lo scetro or gliel darei).
 Nerina
 Via signor, se vi pare,
 guidatemi a regnare
730e quando principessa sarò io
 vi darò mezzo il principato mio.
 
    Non sarebbe cosa strana
 ch’io dovessi comandar.
 Un’istoria veneziana
735ho sentito a raccontar;
 una putta brutta brutta
 che diceva: «Siora mare»
 ha scoperto certo certo
 ch’era ricco so sior pare.
740Le dicevano: «Sioria»,
 quando era in povertà.
 Ora: «Strissima»; e lei dice:
 «Zerva sua» ma non ne sa.
 
    Io che più bella
745sono di quella
 farò spiccare,
 farò brillare
 la nobiltà.