Il conte Caramella, Venezia, Bettinelli, 1751

Vignetta Frontespizio
 SCENA X
 
 CECCO, GHITTA e detti
 
 Cecco
 Vieni, Ghitta, vien qui.
 Ghitta
                                             Vengo... Ma oimè?
 Quel diavolo chi è?
 il Conte
                                      Non mi conosci?
940Son quello che all’oscuro
 ha parlato con te.
 Ghitta
                                  Voi siete quello?
 Vi credevo alla voce assai più bello.
 Cecco, no, non lo voglio.
 Vada al suo diavolino,
945io mi voglio sposar col mio Cecchino.
 Cecco
 Ma io non voglio te.
 Ghitta
                                       Per qual ragione?
 Cecco
 Il perché tu lo sai;
 di già ti licenziai
 e adesso ti rinnovo la licenza
950di questi testimoni alla presenza.
 Ghitta
 Cane, ladro, assassino,
 traditor, malandrino.
 il Conte
 Perché la poverella licenziate? (A Cecco)
 Dorina
 Eh lasciatelo far, non gli badate. (Al conte)
 Ghitta
955Ma lasciarmi non puoi; sai che il padrone
 pria d’andar alla guerra
 ebbe da te parola di sposarmi.
 Cecco
 Eh s’egli è morto, non potrà obbligarmi.
 il Conte
 Lo spirito del conte
960forse sarà rinchiuso in questa casa
 per obbligarvi a mantener la fede.
 Dorina
 (Ch’è un pazzo, un menzogner, chiaro si vede).
 Ghitta
 Cecco, senti che dice?
 Vuole il padrone che tua sposa io sia
965o il diavolo verrà a portarti via.
 Cecco
 Eh che costui non sa cosa si dica
 e il diavol non farà questa fatica.
 il Conte
 Olà cauti parlate
 dei spirti e del demonio.
970Se il vostro matrimonio
 dal conte si vorrà
 ora con un incanto si saprà.
 Ghitta
 Non mi fate paura.
 Cecco
 Io principio a tremar.
 Dorina
                                           (Qualche freddura).
 il Conte
 
975   Per virtù della magia,
 per virtù dell’arte mia
 comparisci spirto errante
 a svelar la verità.
 
 Ghitta, Cecco, Dorina a tre
 
    Non verrà, non verrà.
 
 il Conte
 
980Aspettate ch’ei verrà.
 
    Per virtù del re Plutone
 vieni o spirto del padrone
 e palesa col sembiante
 tua costante volontà.
 
 a tre
 
985   Non verrà, non verrà.
 
 il Conte
 
 Aspettate ch’ei verrà.
 
    Vuo’ nascondermi in un canto
 e formare un nuovo incanto
 cui resister non potrà.
 
 a tre
 
990   Non verrà, non verrà.
 
 il Conte
 
 Aspettate ch’ei verrà. (Si cela dietro una portiera)
 
 Ghitta
 
    S’egli vien sarai mio sposo.
 
 Cecco
 
 Non temer, s’ei vien ti sposo.
 
 Dorina
 
 Siete pazzi a prestar fede.
995Uno spirto non si vede.
 Il padron non si vedrà.
 
 a tre
 
    Il vecchione è un impostore;
 tutti tre ci gabberà.
 
 il Conte
 
    Presto, a chi dico, (Sotto la portiera)
1000spirito amico,
 fatti vedere,
 fatti sentire.
 Eccomi qua.
 Eccomi qua. (Caccia fuori il capo dalla portiera, senza la finta barba)
 
 Dorina
 
1005   Ahi cosa vedo?
 
 Cecco, Ghitta a due
 
 Quest’è il padrone;
 dett’ha il barbone
 la verità.
 
 il Conte
 
    Ghitta e Cecchino
1010s’hanno a sposare,
 chi vuol mancare
 la pagherà.
 
 Ghitta
 
    Ahi Cecco mio.
 
 Dorina
 
 Tremo ancor io.
 
 Cecco
 
1015Dammi la mano,
 per carità. (A Ghitta)
 
 Ghitta
 
    Ecco la mano,
 eccola qua.
 
 Dorina, Ghitta, Cecco a tre
 
    Con queste nozze
1020il buon padrone
 si placherà.
 
 il Conte
 
    Il ciel vi doni
 pace e concordia
 e sanità. (Si ritira)
 
 a tre
 
1025   Grazie di tanta
 vostra bontà.
 
 Dorina
 
    Io mi confondo,
 non so che dire.
 
 Ghitta, Cecco a due
 
 L’abbiam veduto,
1030abbiam scoperta
 la verità.
 
 il Conte
 
    E ben, che dite? (Esce colla barba)
 Si crederà?
 
 a tre
 
    Abbiam scoperta
1035la verità.
 
 il Conte
 
    Ora allo spirito
 grazie rendete
 ed apprendete
 come si fa.
 
 a quattro
 
1040   È morto lo padrone
 e m’ha strappato il cor.
 Oimè, che gran tormento,
 oimè, che gran dolor!
 
    Il cielo gli conceda
1045potersi riposar.
 Oimè, che gran tormento!
 Che duro lacrimar!
 
    Ma, s’egli è morto, stia,
 lasciam di sospirar;
1050e stiamo in allegria
 e andiamoci a spassar.
 
 Fine dell’atto secondo