Il conte Caramella, Venezia, Bettinelli, 1751

Vignetta Frontespizio
 SCENA VIII
 
 DORINDA, poi BRUNORO
 
 Dorina
 Oh! Se sposati avessi
 tutti quei che ho burlato a’ giorni miei,
 un reggimento di mariti avrei.
890Nol fo per interesse,
 ma per aver amici all’occasione
 che possano tener la mia ragione.
 Or che non v’è nessuno
 vuo’ parlar con Brunoro. (Batte al nascondiglio) Escite, escite;
895ehi Brunoro sentite,
 v’ho da parlar.
 Brunoro
                              Eccomi, e quando mai
 finirà quest’imbroglio?
 Dorina
                                             Io non vorrei
 che finisce per voi presto anche troppo.
 Brunoro
 Perché?
 Dorina
                  Perché pretende
900un che non so s’io dica
 ciarlatan, negromante o farabuto
 lo spirito scacciar per ver creduto.
 Brunoro
 S’ei crede ch’io sia spirto,
 è un ciarlone a drittura;
905ed io il farò morir dalla paura.
 Dorina
 Basta, badate a voi.
 Brunoro
                                      Se proverà
 volermi discoprir, si pentirà.
 Dorina
 Ora siete avvisato.
 Brunoro
 E starò preparato
910con il tamburo in mano
 a prendermi piacer del ciarlatano.
 
    Venga, venga il negromante,
 non lo temo, non lo curo,
 colle mazze del tamburo
915io l’incanto disfarò.
 
    Si vedrà ch’è un ignorante,
 come son tutti i suoi pari,
 che si buscan i denari
 da chi fede a lor prestò. (Torna nel nascondiglio)