Il conte Caramella, Venezia, Bettinelli, 1751

Vignetta Frontespizio
 SCENA XIV
 
 GHITTA col lume e detti
 
 Ghitta
 Voglio veder col lume
 questo signor chi sia.
 Cecco
 Ah vieni Ghitta mia.
 Vieni, non posso più.
 Ghitta
450Oh diavolo? Sei tu?
 Dorina
 Tu sei? Oh cosa vedo?
 Cecco
 Son io ma d’esser vivo ancor non credo.
 Ghitta
 Ho parlato con te?
 Dorina
                                    Con te ho parlato?
 Cecco
 Di mano il candelier m’hanno gettato.
455Andiamo via di qua.
 Dorina
                                        Non so che dire.
 Ghitta
 Mi sento un’altra volta intimorire.
 Cecco
 
    In questa camera
 ci sono diavoli,
 andiamo subito
460fuori di qua.
 
 Dorina, Ghitta a due
 
    Io resto attonita,
 rimango stupida,
 non la so intendere;
 che mai sarà.
 
 Cecco
 
465   Andiamo subito
 per carità.
 
 Ghitta
 
    Quel che parlavami
 dove sarà. (Cercando per la scena)
 
 Dorina
 
    Brunoro timido
470forse sen va. (Cercando per la scena)
 
 Cecco
 
    Che cosa cercano
 di qua di là?
 
    Aiuto. (Suona il tamburo)
 
 Dorina
 
                   Che sento?
 
 Ghitta
 
 Oimè che spavento!
 
 Dorina
 
475(L’amico è celato). (Da sé)
 Ma come non so!
 
 Ghitta, Cecco a due
 
    Io voglio se posso
 nascondermi qua. (Vogliono alzar la portiera)
 
 il Conte
 
 Fermatevi olà! (Esce dalla portiera)
 
 Dorina
 
480   Chi siete? Che fate?
 
 Ghitta
 
 Lo spirito, oimè!
 
 Cecco
 
 Un diavolo egl’è.
 
 il Conte
 
    Indegno, arrogante,
 io son negromante.
 
 Dorina
 
485Sarete un birbante.
 
 il Conte
 
 Con un mio scongiuro
 sfondar quel tamburo
 fraschetta saprò. (A Dorina)
 
 Dorina
 
 Oh questo poi no. (Suona il tamburo)
 
 Cecco, Ghitta a due
 
490   Un diavol di qua,
 un altro di là,
 aiuto pietà.
 
 Dorina
 
    Andate, fugite. (Al conte)
 
 il Conte
 
 Fermate, sentite. (A Cecco e Ghitta)
 
 Cecco, Ghitta a due
 
495Un diavol di qua,
 un altro di là.
 
 a quattro
 
    Che imbroglio! Che scoglio!
 Che scena! Che pena!
 Ansante, tremante
500ciascuno sen va.
 
 Fine dell’atto primo