Il conte Caramella, Venezia, Bettinelli, 1751

Vignetta Frontespizio
 SCENA VIII
 
 Il CONTE CARAMELLA
 
 il Conte
 Oh cosa sento? In casa
 spiriti col tamburo? Eh non son io
 sciocco da creder ciò. Penso piuttosto
285che nasconder si possa
 uno spirto là dentro in carne ed ossa.
 Ma oimè. Per qual ragion? Per far che sia
 oppressa dal timor la moglie mia,
 e poscia col terrore
290guadagnar la sua grazia ed il suo core.
 Oh geloso pensier che mi tormenta!
 Che fo? Mi svelo? No, ch’è troppo presto.
 Vado altrove o qui resto?
 Che far non so; mi sento
295dall’ira suggerir mille pensieri
 tutti vari fra lor ma tutti fieri.
 
    Mi dice il cor sdegnato:
 «Svena la moglie infida».
 Sento l’onor che grida:
300«Trafiggi il tuo rival».
 Son nave combattuta
 di qua di là dall’onde;
 si perde, si confonde
 fra scogli il mio pensier.
 
305   Alcun consiglieria
 ch’io me n’andassi via
 senza curar le doglie
 d’infida e trista moglie.
 Ma son un onorato
310marito e buon soldato.
 Sì sì, la vuo’ veder. (Parte)