Le donne vendicate, Venezia, Fenzo, 1751

Vignetta Frontespizio
 SCENA VII
 
 VOLPINO, poi CASIMIRO
 
 Volpino
 Uh sono indiavolate,
 non v’è caso di renderle placate.
260Ma che cosa ho da far? Da disperarmi?
 Oibò, se Doralice ed Eleonora
 m’han già privato delle grazie sue,
 vi posso rimediar con altre due.
 Emilia e Livietta...
 Casimiro
                                     Amico, intesi
265che due belle con voi siano sdegnate,
 perché avete le donne maltrattate.
 Volpino
 Io che farci non so. Mi prendo gusto
 con questo stile mio;
 sento ridere gli altri e rido anch’io.
 Casimiro
270Ma se così farete,
 donna non trovarete
 che amante di voi sia.
 Volpino
 Eh che di donne non v’è carestia.
 Casimiro
 È ver. Chi certi ascolta
275giovinotti sboccati
 par che stiano le donne ad aspettarli
 e che vadan talvolta a ricercarli.
 Ma so per esperienza
 che ciò vero non è. So che per farsi
280una sposa, un’amante ed un’amica
 ci vuole, padron mio, tempo e fatica.
 Volpino
 Voi volete alle donne entrar in grazia
 a forza di dir bene.
 Casimiro
                                      E voi volete
 disgustarvi di loro
285a forza di dir male.
 Volpino
                                      Caro amico,
 quando ne dico male applaudon tutti,
 quando ne dico ben stan tutti mutti.
 Casimiro
 Basta, non vi consiglio
 inimicarvi un sesso
290di cui so che voi stesso amante siete.
 Non dite mal, se bene gli volete.
 
    Vi diè vita donna amante,
 una donna vi nutrì
 e di donna il bel sembiante
295lieto ognor vi renderà.
 
    Sconoscenza nelle selve
 più crudel già mai s’udì.
 Si risparmiano le belve
 fra di lor la crudeltà.