Candace, Venezia, Rossetti, 1740

Assente nell'edizione Zatta Frontespizio
 SCENA II
 
 CANDACE e AMASI
 
 CANDACE
50Al suo tiranno innante
 e nemica e reina ecco Candace.
 AMASI
 Anche gli umani affetti
 cangia, Candace, il tempo; un gran dolore
 dopo lunga stagione illanguidisce.
 CANDACE
55No, s’ei prende alimento
 da robusta virtù.
 AMASI
 Pace, pace o reina; e se su l’erto
 d’un trono, onde Aprio scese
 e sovra cui il mio valor mi trasse,
60degno de l’odio tuo ti sembro ancora,
 ho su quel trono ancor di che placarti.
 CANDACE
 Scendine traditor e l’empia testa
 getta a piè di quel trono,
 così placa il mio sdegno e ti perdono.
 AMASI
65Vedi quanta clemenza
 in Amasi tu trovi; a tante offese
 co’ miei doni io rispondo.
 CANDACE
 Co’ doni tuoi? Con la tua morte forse?
 AMASI
 Col talamo real del mio Lagide
70che a Niceta presento.
 CANDACE
                                           Una mia figlia
 nuora d’un mio vassallo?
 Aggiungi d’un fellon, d’un parricida?
 AMASI
 Di’ del suo re; con la corona in fronte
 questo illustre carattere mi splende.
 CANDACE
75Va’, la grandezza ostenta
 di tua sovranità; ma di Niceta
 non dia l’illustre seno
 stirpe di parricidi al vasto Egitto.
 AMASI
 Candace, olà, chi la clemenza abusa
80lo sdegno irrita.
 CANDACE
                                Or via,
 ti vuo’ clemente sì ma la clemenza
 vuo’ che sia giusta; rendi,
 rendi a Niceta un padre,
 uno sposo a Candace
85che tu fellon svenasti;
 rendi ad ambe Evergete
 che il carnefice tuo
 dal sen mi svelse e trucidò sugli occhi
 de la madre infelice;
90rendili, traditor, e ciò preceda
 le nozze di Lagide.
 AMASI
 Il so, Candace, il so; questo Evergete,
 che da l’insano volgo
 vivo si cerca, il tuo furor nodrisce.
 CANDACE
95Vivo si cerca! Ah, cerchisi fra i sacri
 mirti dei vasti Elisi.
 AMASI
 Ah, se la frode mai d’astuta madre
 cangiato avesse...
 CANDACE
                                  Come? Arte cotanta
 resta ad un gran dolor? Vile t’intendo.
100De l’estinto Evergete
 sin l’ombra ti spaventa
 dal suo sepolcro o del gran sangue d’Aprio
 illustre vanto; or va’, chiedi Niceta
 al letto di Lagide
105senza tremarne; ell’ha nel petto ancora
 la metà d’Evergete.
 AMASI
                                      A tanto rischio
 per la tua gloria espongo il figlio e nieghi
 sino ad un tuo nemico un suo spavento?
 CANDACE
 L’onor io gli contendo
110di morir per la man d’una mia figlia.
 AMASI
 Eccola; meno fiera (Giunge Niceta)
 essa forse sarà.
 CANDACE
                               Niceta, ascolta;
 osa costui chiederti in moglie al suo
 detestato Lagide;
115questi nel sangue ostenta
 de le paterne colpe
 la turpe eredità; seco ti lascio
 a trionfar del suo protervo orgoglio.
 Il tuo dover coi sensi miei consiglia
120e sappi ch’io son madre e tu sei figlia.
 
    Non ti lusinghi il trono,
 non ti consigli amor,
 d’un empio traditor
 l’ira non paventar.
 
125   Rammentati chi sono,
 rammentati chi sei,
 gli ultimi sensi miei
 figlia non obbliar.