La mascherata, Venezia, Fenzo, 1751

Vignetta Frontespizio
 SCENA VIII
 
 BELTRAME, poi LUCREZIA servita da MENICHINO e LEANDRO
 
 Beltrame
 Dunque, per quel che sento,
 se il modo non vi è da regalare,
 nulla si può sperare?
 Io che la tasca ho rotta e rifinita
965mi posso a voglia mia lecar le dita.
 Colle donne non trovo da far bene
 e soffrir mi conviene
 che corteggiata sia
 dunque la moglie mia?
970Eh giustizia non è.
 Vuo’ far cogli altri quel che fan con me.
 Eccola, oh come bene
 sa far le parti sue!
 Ecco la vezzosetta in mezzo a due.
 Lucrezia
975Obbligata, obbligata, non s’incomodi.
 Leandro
 Io faccio il dover mio.
 Menichino
 Ho quest’onore di servirla anch’io.
 Beltrame
 Eh signori serventi,
 non importa se fossero anche venti.
 Lucrezia
980Marito, che ne dite?
 Questi cavalierini
 non son tutti garbati?
 Beltrame
 Sono, signora sì, sono sguaiati.
 Lucrezia
 Non gl’abbadate.
 Leandro
                                  Amico,
985son vostro servitore.
 Beltrame
 Bello signor Leandro, io v’ho nel cuore.
 Menichino
 E me dove m’avete?
 Beltrame
                                        Un po’ più in là.
 Menichino
 Obbligato.
 Beltrame
                       Padron.
 Menichino
                                        Troppa bontà.
 Leandro
 (Lucrezia, a rivederci). (Piano a Lucrezia)
990Signore, io vado via.
 Beltrame
 Foco a vusignoria.
 Leandro
 Padrone, a voi m’inchino.
 Beltrame
 Oh che m’avete rotto il chittarino.
 Leandro
 (Oh che uomo malnato!
995Di soffrirlo mi son quasi annoiato). (Parte)