La mascherata, Venezia, Fenzo, 1751

Vignetta Frontespizio
 SCENA IV
 
 BELTRAME e LUCREZIA
 
 Lucrezia
 Leandro è veramente
 un giovine prudente.
 Beltrame
215Ma con la sua prudenza
 parmi si prenda troppa confidenza.
 Lucrezia
 E ben, che cosa ha fatto?
 Beltrame
 Dieci doppie pagar per una donna
 cosa non mi rassembra indifferente.
 Lucrezia
220Quest’è un favor che non conclude niente.
 Beltrame
 Eh so io quel che dico.
 Lucrezia
                                           Via, spiegatevi.
 Beltrame
 Lasciatemi tacere e contentatevi.
 Lucrezia
 No no, parlate pure.
 Beltrame
                                       È meglio assai
 ch’io tacia per sfugir qualch’altro imbroglio.
 Lucrezia
225Parlate, io così voglio.
 Beltrame
 La donna regalata
 si può dire che sia quasi obbligata.
 Lucrezia
 Il parlar vostro intendo
 ma io per dieci doppie non mi vendo.
 Beltrame
230Basta... Poco mi piace...
 quel cicisbeo vezzoso.
 Lucrezia
 Che? Sareste geloso?
 Beltrame
 Non dico... Ma... colui
 non lo posso veder in casa mia.
 Lucrezia
235Avete gelosia?
 Eh marito mio caro,
 ve potete fidar della mia fede
 ma se altra donna io fossi,
 ve la farei sugl’ochi. Hanno le donne
240un’arte soprafina
 e chi ci studia più men la indovina.
 
    Quando le donne vogliono,
 nessun si può guardar,
 una occhiatina qua,
245due paroline là.
 A questo un detolino,
 a quello col penino,
 un poco a ciascheduno
 e pare sempre intatta
250la nostra fedeltà.
 
    Ma io, che onesta sono,
 così mai non farò;
 e vostra sol sarò
 e tutto, tutto a voi
255mio cor si serberà.