Il mondo alla roversa o sia Le donne che comandano, [Roma], s.d.

 SCENA II
 
 TULLIA e detti
 
 TULLIA
 Ahimè! Chi mi soccorre?
 RINALDINO
                                                Ah Tullia mia!
 GIACINTO
 (Amico, state forte). (Piano a Rinaldino)
 TULLIA
 Vogliono la mia morte.
 RINALDINO
1045E chi è che vi minaccia?
 GIACINTO
 (Non la mirate in faccia). (Come sopra)
 TULLIA
 Le donne invidiose,
 superbe, orgogliose,
 per il desio d’occupar sole il regno,
1050ardono fra di lor d’ira e di sdegno.
 RINALDINO
 Ah! Voi pietà mi fate.
 GIACINTO
 (Rinaldin, non cascate).
 TULLIA
 A voi mi raccomando;
 deh voi mi difendete.
 GIACINTO
1055(Forti, non le credete).
 TULLIA
 Deh non mi abbandonate.
 GIACINTO
 (Forti, non le badate).
 RINALDINO
 La devo abbandonare?
 GIACINTO
 (Un’altra volta vi vorrà ingannare).
 RINALDINO
1060Tullia, che pretendete?
 TULLIA
 Esser a voi soggetta,
 rinunciar del comando
 ogni ragione a voi.
 RINALDINO
                                     Che far degg’io? (A Giacinto)
 GIACINTO
 (Prendetela in parola). (A Rinaldino)
 RINALDINO
1065Idolo mio, venite; a questa legge
 novamente v’accetto.
 TULLIA
 Amor e fedeltà io vi prometto.
 
    Fino ch’io viva v’adorerò,
 costante e fida per voi sarò;
1070ed un bel regno, di me più degno,
 nel vostro core trovar saprò.
 
    Più non m’accieca
 vano desio.
 Arder vogl’io
1075di quella face
 che m’infiammò.