Gustavo primo re di Svezia, Venezia, Rossetti, 1740

Vignetta Frontespizio
 SCENA II
 
 LEARCO, DORISBE, ARGENO, seguito di guerrieri e popolo e detti
 
 coro
 
    Viva il nostro difensore
 che in valor pari non ha.
 Viva il gran vendicatore
375della nostra libertà.
 
 Ergilda, Dorisbe a due
 
    Numi voi del mio dolore
 deh movetevi a pietà.
 Consolate un mesto core
 pien d’amore e fedeltà. (Ogniuna da sé)
 
 coro
 
380   Viva il nostro diffensore
 che in valor pari non ha;
 viva il gran vendicatore
 della nostra libertà.
 
 Learco
 Achetatevi, amici, e il vostro zelo
385con inni più divoti
 sciolga i suoi voti e renda grazie al cielo.
 Ernesto
 Lascia che al sen ti stringa
 generoso garzon. Tu rendi a questa
 patria, un tempo infelice, il suo riposo.
 Ergilda
390Permettimi che possa,
 signor, col labbro mio
 formar applausi alle tue glorie anch’io.
 Learco
 Per sì bella vittoria
 nulla si deve a me. Le calde preci
395del popolo fedel giunsero al cielo
 ed in nostra difesa
 tutte pugnar le intelligenze eterne.
 Ernesto
 Apprenda ognun di voi
 la favella qual sia de’ veri eroi.
 Dorisbe
400Tenti, Learco, invano
 celar la tua virtù. Come nel seno
 chiudi un cor valoroso,
 così questo tuo cor fosse pietoso.
 Argeno
 Non fu solo Learco
405distruttor de’ nemici. Anch’io, Dorisbe,
 nel cimento pugnai;
 fui compagno al trionfo e vinsi anch’io.
 Dorisbe
 Ma non hai di Learco
 le più belle virtù.
 Argeno
410Di’ che gl’affetti tuoi
 lo distinguon così.
 Dorisbe
                                    Sì; ciò che vuoi.
 Ergilda
 (Superba!) (Da sé)
 Learco
                         In sì bel giorno
 chetati, Argeno.
 Argeno
                                Invan lo speri.
 Ernesto
                                                             Audace,
 vuoi funestar con tue follie la pace?
 Argeno
415Io cerco da un’ingrata
 per cui piango e sospiro il mio riposo.
 Da Learco pretendo
 più rispetto al mio grado; e il genitore
 più pietoso vorrei d’un figlio al core.
 Ernesto
420In Learco rispetta
 il tuo benefattor. Del padre in faccia
 modera il troppo ardir. Serba il tributo
 dal cor del figlio al genitor dovuto.
 Argeno
 (Taccia per or lo sdegno. A miglior tempo
425vendicarmi saprò). (Da sé) Deh chi di voi
 provò nel seno amore
 compatisca i trasporti al mio dolore.
 
    Chi sa che cosa è amar
 senza speranza in sen
430gl’effetti condonar
 del mio dolor saprà.
 
    Acceso d’altro amor
 mirar l’amato ben
 è un barbaro dolor
435che simile non ha.