Farnace, Venezia, Rossetti, 1739

Assente nell'edizione Zatta Frontespizio
 SCENA IV
 
 Stanze corrrispondenti a giardini.
 
 SELINDA e AQUILIO
 
 SELINDA
 Aquilio, il braccio forte
 preparasti all’impresa?
 All’opra dunque. Io voglio
 che ritorni a regnar Farnace in soglio.
 AQUILIO
805Farnace.
 SELINDA
                   Sì. Vive Farnace e quando
 ei raquisti per te la sua grandezza
 ti promette in mercede i miei sponsali.
 AQUILIO
 Ciò da me non dipende.
 SELINDA
                                               E tu procura
 che dipenda da te.
 AQUILIO
                                     Che mai far deggio?
 SELINDA
810Dove primo esser puoi
 sdegna d’esser secondo.
 Fa’ che delle romane altere insegne
 ricada in te l’autorità suprema
 e con libero impero allor farai
815quanti re far vorrai.
 AQUILIO
 Contro Pompeo pretendi...
 SELINDA
 Quest’è il comando e questo
 il desiderio mio. Tu pensa il resto.
 
    Ti vantasti mio guerriero,
820intendesti il mio pensiero;
 se ricusi d’appagarmi
 sei codardo e mentitor.
 
    Non dovevi lusingarmi
 a svelarti il mio dissegno,
825se bastante al grand’impegno
 non avevi in petto il cor. (Parte)