Farnace, Venezia, Rossetti, 1739

Assente nell'edizione Zatta Frontespizio
 SCENA XI
 
 BERENICE
 
 BERENICE
 Sarò sempre crudel qual tigre irata
680contro di chi m’offese.
 Voglio il suo sangue e allor sarò placata.
 Sì, sì, mora... Ma chi? M’offese forse
 l’innocenza del figlio? Ah no. Sarebbe
 crudeltà senza pari. Ei viva... E in esso
685viverà il mio periglio?
 Vivranno i scorni miei? No, mora. Il padre
 basta per farlo reo. Quel sangue indegno
 spargasi da ogni vena.
 Oggi le membra odiate
690mirerò lacerate
 e del padre e del figlio,
 poiché solo dell’ira odo il consiglio.
 
    Tutto è terrore, tutto è spavento,
 pianti e sospiri d’intorno io sento;
695chi mesto langue, chi versa il sangue
 ma d’un tal duolo non ho pietà.
 
    Di sdegno accesa, di fuori e armata,
 con chi m’ha offesa sarò spietata,
 sarò ripiena di crudeltà.
 
 Fine dell’atto secondo